Centosei anni

Era il 2 aprile del 1915, il giorno in cui mio padre è nato.

Ho avuto modo di raccontare qui e là la sua storia in questo blog, a pezzi e bocconi, quel poco che io stessa conosco, da come mi è stata raccontata, dato che ho pochissimi ricordi miei di lui.

Eh si, adesso avrebbe 106 anni, che numero strano, dato che praticamente nessuno ci arriva, un numero che si trasforma da età in Storia, e che resta quasi solo come un conto di matematica spicciola quando non ha niente per cui appartenere alla Storia.

Ma nella mia famiglia il 2 aprile è stato sempre ricordato, anno dopo anno, come il compleanno di papà.

Anche se lui aveva smesso di compiere gli anni già da un bel po’, visto che se n’è andato 55 anni fa, a 51 anni.

Questo grazie all’attaccamento quasi ossessivo che mia madre aveva alla sua memoria, anche dopo molti anni, anche dopo essersi risposata e aver vissuto con un altro uomo molti più anni di quelli vissuti con lui.

In questo 2 aprile le abitudini di una vita non si perdono, buone oppure no, e il calendario mi ricorda quello che è impresso nel mio DNA.

Il fatto è che questo pensiero mi porta ad altri, a pensare ai nostri vecchi che se ne sono ormai andati tutti, al fatto che la generazione che è la prossima ad attraversare quella soglia, nella mia famiglia, è la mia.

E questo pensiero mi da’ un po’ di rimpianto, quante domande a cui non ci sarà mai risposta, quante vite di persone vere, reali, ma ormai solo fantasmi o nomi passati di bocca in bocca, che non conosceremo mai, andate perse.

Non è più possibile ormai sapere le loro gioie e dolori, delusioni o vittorie, piccole e grandi cose che hanno costellato la loro strada nel mondo.
Non è più possibile farsi raccontare com’era, o chiedere cosa sentivano nel loro cuore, o immedesimarsi nelle loro conquiste o sconfitte.

Forse neanche ci rendiamo conto davvero di cosa abbiamo perso, perdendo loro, di quanto la nostra identità sia incompleta, non potendo conoscere la loro.

E così oggi mi guardo indietro, percorro col pensiero questo secolo passato senza avere quasi punti di riferimento, a parte qualche foto ormai ingiallita.

Perchè sono le nostre memorie che fanno di noi quello che siamo e perderle è un po’ perdere parte di noi stessi.

Buon compleanno, papà.

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Un commento

  1. Ogni persona lascia una storia
    ogni storia diventa leggenda
    ogni leggenda ha scritto la storia.

    Il tempo,
    sconosciuto, detestato, tiranno, veloce, lento, eterno!

    Lui conosce le storie, culla i ricordi, e ricorda se stesso.
    Ognuno di noi brilla nei ricordi di un altro, sino a che l’altro
    smetterà di ricordare e sarà ricordato.

    Con Gesù Cristo che è risorto l’amore ha sconfitto l’odio,
    la vita ha vinto la morte, la luce ha scacciato le tenebre e ha fermato il tempo.

    Non si può seppellire la verità in una tomba: questo è il senso della Pasqua.

    Cara Luisa, ecco il mio augurio: cerca di vincere ogni tristezza, di voler bene a chi è vicino o lontano da te,
    …cerca di stupirti della vita.

    un bacio
    Walter

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