Non ci sarà un giorno Quattro, in effetti, il giorno 4 sarebbe oggi ma era già previsto che fosse per recuperare dai giorni precedenti.
Perchè, ahimè, a me serve recuperare, non sono più i tempi di stare in giro giorni interi, fare centinaia di km e poi tranquillamente tornare alle fatiche quotidiane senza battere ciglio.
Non lo sono più da un pezzo ormai.
Ma va bene anche così, fa parte del pacchetto, fa parte della crescita (per non dire per forza che fa parte del diventare vecchi).
In ogni caso la sera del 2 luglio avevo parcheggiato la macchina pagando fino alle 9:30 del mattino dopo (ieri), per cui relativamente presto (non troppo, altrimenti mi beccavo l’ora di punta del mattino in tangenziale) ho preso il mio zaino e una borsa con un asciugamano e una felpa di scorta e sono partita, direzione nord.
Preciso che la mia idea non è stata mai quella di fare tanta strada, come a volte ho fatto, per esempio quando sono andata a Coimbra/Porto o anche solo a Nazarè, volevo fare tappe comode di 50/60 km, un pochino qui e un pochino lì, anche senza pensare all’attacco di panico del giorno prima, so bene che adesso non sono più abituata a stare ore in macchina, devo fare le cose gradualmente.
Prima tappa Quinta do Casal Novo a Vila Franca do Rosario.
Non è che ci sia niente lì, solo è dove si sposeranno Francy e Pedro il 6 settembre, un posto perso in mezzo alle colline portoghesi che volevo trovare prima dell’ultimo momento… beh non ci sono riuscita.
Ma che caxx Francy, ma dove lo avete trovato sto posto?
Ho girato un paio d’ore per quei paesini, su di qua, giù di là, il navigatore diceva svolta a destra quando non c’era nessun posto dove svoltare, alla rotonda prendi la 4 uscita quando ce n’erano solo due… insomma dopo aver girato come una cretina mi sono fermata, giusto per fumare una sigaretta e fare mente locale… e poi mi sono arresa.
Sto posto era introvabile.
Solo oggi, cercando su Gmap e vedendo i miei spostamenti ho capito dove ho sbagliato a girare, magari se lo cercavo prima capivo… ma non è andata così, amen!
Seconda tappa Mafra, l’impressionante Palazzo Reale, la grande piazza sul davanti, avevo mezza idea di andare anche a visitarlo (solo mezza) ma a quanto pare era destino, chiuso il martedì.
Ma ho fatto una stupenda colazione 🙂
Terza tappa Ericeira, passeggiata, vento quasi fresco anche se il sole picchiava di brutto (ho le braccia tutte rosse), foto dell’oceano e della costa spettacolare.
Vedi il video in fondo al post 🙂
Poi su, un’altra trentina di km fino ad un’altra spiaggia – una delle tantissime sulla costa, Praia de Santa Rita – e poi verso il B&B che avevo prenotato, Quinta do Forno.
Questa la recensione che ho messo su Booking, aggiungo solo che ho passato la sera cercando di acchiappare le mosche, solo la mattina dopo ho trovato l’apposita paletta, ripeto che magari una zanzariera avrebbe permesso di tenere la finestra più aperta, chissà che ci pensino.
Per il resto devo dire che quando sono arrivata non c’era nessuno, da nessuna parte, c’è un bugigattolo dove fanno il check-in ma era chiuso, ho girato, chiamato, provato a telefonare e scritto un messaggio su Booking e finalmente la proprietaria mi ha richiamato ed è arrivata, con comodo.
Ma sì dai, va bene così, un B&B che se non avesse avuto la piscina sarebbe stato un 2 stelle (o forse meno), i cavalli c’erano, la stanza appartata come andava bene a me, va bene così.
E per cena ho cercato i ristoranti in zona, non mi andava di mangiare panini, volevo una cena decente, ho trovato un posto a un paio di Km che però era poco più di un’osteria, ho speso poco, mangiato una grigliata con patate e riso, un dessert, una birra, che vuoi di più per 15€ ?
Ero comunque stanchissima, ho letto un po’ e sono crollata, almeno col buio si sono messe a dormire anche le mosche.
La mattina dopo sono partita verso le 10, dopo una colazione senza infamia né gloria (ma la torta era buona), e sono andata verso Peniche.
Stavolta non la zona del porticciolo e della fortezza, ho cercato il posto più a ovest sull’oceano che fosse possibile e ho trovato una punta con un faro, Faro Capo Carvoeiro, ovviamente spettacolare.
E poi da lì?
ero un po’ in pensiero per la macchina, non volevo fare tanta strada allontanandomi ancora di più da casa, metti che decideva di mollarmi da qualche parte, visto che 3 o 4 volte per strada aveva deciso di spegnersi e non riuscivo più a farla partire.
Per cui ho iniziato a tornare verso sud, ripassando per la strada del giorno prima, cosa non voluta ma se vuoi seguire la costa non è che ci sia molta scelta, ripassando vicino a Ericeira e poi giù, puntando su un’altra delle mille spiagge sul percorso e, come spesso succede in Portogallo (mi ricordo ancora il panico alle Azzorre), alla fine mi sono trovata su una specie di mulattiera sterrata che costeggia il mare, con una pendenza mica da ridere e per fortuna, almeno stavolta, alla fine uno spiazzo abbastanza largo per potersi girare.
Praia das Hortas, spettacolare, un vento della Madonna, mi sono formata lì un quarto d’ora ma poi che si fa?
Si torna a Lisbona.
La distanza era quasi risibile, circa 50 km di cui una parte in autostrada (anche se per arrivarci ci è voluto un po’, su e giù fra le colline e i paesini), alla fine alle 2:30 ero a casa, stanca morta, sudata come un cavallo, mi sarei stesa a letto a dormire fino al giorno dopo.
Ma ho deciso che fatto 30 dovevo fare anche 31 per cui ho ripreso la macchina e l’ho riportata al noleggiatore, con un giorno di anticipo, almeno mi sono levata quel pensiero.
Le foto fatte in giro sono QUI
Piccole cose:
Passare fra colline e paesini vuol dire fare strade a volte strette o piene di curve ma a volte belle, bellissimi rettilinei che tagliano le colline come disegnati col righello, ma sempre col limite di 40/50 (70 quando va di lusso).
E tutti i paesini hanno imparato il controllo della velocità collegato ai semafori il che vuol dire che se hai fatto i 60 (!!!) su un rettilineo all’inizio del paese col limite di 50 ti trovi un semaforo in mezzo al nulla che diventa rosso.
Questo significa che un bel guidare tranquillo diventa una cosa angosciante e infinita!!
Ero in autostrada al ritorno quando biiiip, un altro allarme sul cruscotto, stavolta per le gomme, che già quella macchina fa bip bip ad ogni cazzata… questo mi ha confermato che l’idea di tornare a Lisbona e riportare la macchina al più presto era la migliore che potessi avere.
Sinceramente, dopo aver noleggiato auto almeno 30 volte negli ultimi anni, è stato il viaggio peggiore che abbia fatto dal punto di vista di tranquillità del mezzo.
Non l’ho detto, l’avviso di manutenzione dell’olio richiesta è iniziato fin dal viaggio di andata, ma come si fa a mettere un allarme che dice (e resta fisso sul cruscotto) “ricordati che devi morire e fare il cambio dell’olio fra 995 km (e via via a scalare)”… ma per piacere!
La ciliegina sulla torta è stata la botta sul paraurti posteriore, che forse ho fatto io o forse mi hanno lasciato in omaggio da qualche parte, l’ho vista quando mi sono fermata a guardare le gomme, pensavo già che mi sarei pure dovuta accollare la riparazione… menomale che la ragazza di Turistprime non l’ha vista, ha detto “all perfect”…
Mi hanno già dato indietro la cauzione 🙂
Alla fine quello che volevo era andarmene fuori dei piedi un paio di giorni e ci sono riuscita.
Magari potessi farlo un po’ più spesso, tornare a casa e ritrovare le cose da mettere via in cucina, la carta igienica che nessuno tira fuori tranne me, il ragazzo della coinquilina che gira per casa a tutte le ore, insomma la bella solfa quotidiana, è stato uno shock, ci vorrebbe un po’ più spesso qualche piccola fuga.
E forse non avrei gli attacchi di panico quando devo uscire di casa o, peggio ancora, guidare.
Accidenti non mi riconosco più.
Ultima cosa, questi giorni li avevo presi con la “scusa” del compleanno di Valentino, ovviamente io non sono lì e lui non è qui (magari) ma è il mio modo di festeggiarlo:
Tanti auguri Vale, il mio bimbo oggi compie 38 anni… Ti voglio un mondo di bene.