Un po’ così

Sono… delusa non è neanche la parola giusta, il mio vocabolario con l’età si sta riducendo e non trovo più le parole come vorrei.

Ma dà un’idea, forse.

Sono un po’ così… oggi è il mio “sabato” dopo una settimana di lavoro, e chi mi conosce sa che non mi tiro indietro, non voglio fare la falsa modesta ma solo essere realista, io so fare il mio lavoro, e lo faccio bene.

Dopo quattro anni sarei un’idiota se non fosse così.

Ma quello che intendo è che il mio modo di lavorare non mi risparmia niente, sicuramente non la stanchezza, il mal di testa e al collo, il sognare gli ordini (e di parlare in inglese) anche quando dormo, ritrovandomi a svegliarmi e chiedermi “l’ho finito quell’ordine? ho controllato tutto?”

E qualche volta capita che questo sia apprezzato, nelle piccole cose in fondo, un sorriso, un’espressione che vuol dire “ben fatto!”, ma anche solo che qualcuno che mi vede mi venga a salutare ed abbracciare e mi dica “Luisa you’re here, we missed you”.

Oppure sentirmi dire: siamo tutti più tranquilli quando sappiamo che ci sei.
Ti pare poco?

Ieri poi… sono andata in ufficio dopo un po’ di tempo (voglio andarci più spesso d’ora in poi, non è così male dopotutto) e c’era “il Client”.

Questo significa che c’erano 3 o 4 persone mandate dal Cliente (quello che dopotutto paga lo stipendio) per vedere e capire bene in cosa consiste il lavoro vero e proprio, i vari ruoli, come funzionano i sistemi e che possibilità danno, e ovviamente anche per valutare come lo facciamo, il nostro lavoro, ognuno la sua piccola parte che messa insieme alle altre piccole parti crea il meccanismo.

La mia parte in questo meccanismo è soprattutto approvare i reorders, quelle che il sistema chiama “Opportunities”.

Non è che lo voglio spiegare qui, ovviamente, detto a grandi linee il cliente finale ogni tot periodo di tempo fa il riordine di quello che gli serve, normalmente per i 3 mesi successivi.

Dopo una serie di passaggi l’ultima cosa è l’approvazione, che presume ovviamente il controllo che tutti i passaggi precedenti siano stati fatti bene ed in caso correggere gli errori prima di mandare l’ordine finito alla logistica.
Questo è quello che faccio io.

E ieri quei 3 o 4 personaggi (inglesi, americani e uno mi pareva indiano.. ma vabbè), visto che ancora non avevano visto questa fase hanno voluto vedere passo per passo come il mio lavoro viene fatto.

Insomma, ero appena arrivata, neanche il tempo di aprire tutto, e già ero circondata da gente che guardava tutto quello che facevo, con tanto di laptop dove prendevano appunti, con domande “questo perché è così e quello è cosà?” e relative spiegazioni, da parte mia, di Nicoletta, che è anche lei “Client” ma qui a Lisbona, e di Alex, il mio supervisor, che sembrava una chioccia che seguiva il suo pulcino.

O magari controllava che non facessi o dicessi cazzate 😀

A parte tutto il resto (alla fine non ho fatto cazzate) è stata una bella soddisfazione trovarmi circondata da gente che mi seguiva e per quella mezzora mi sono sentita… “importante” 😀
Ed ho avuto la conferma che io faccio bene il mio lavoro!

Allora, e mi ricollego all’inizio, perchè delusa?

Mi è difficile spiegarlo dopotutto, perché sentirsi “importante” è solo una parte, perché sono capaci tutti a dire “ma come sei brava” ma poi al momento dei conti questo non porta a niente di concreto, sono parole che lasciano il tempo che trovano.
Questo sito è la testimonianza che le parole solo dette, non messe nero su bianco, valgono come il 2 di picche, non riempiono la pancia e non pagano la spesa al supermercato.

Sì perché, guarda caso, ieri sera è arrivata la busta paga.

Avevo ancora una piccola speranza, pensavo che arrivati a fine Luglio fossero riusciti finalmente a fare i conti dei giorni lavorati in più a Gennaio e Febbraio, ma soprattutto dei giorni pagati in meno e considerati “assenza ingiustificata” nello stesso periodo.

Dopo 6 mesi dici che non hanno avuto ancora il tempo di fare 2 + 2 e sistemare le cose?
A quanto pare no, dopotutto non sembra neanche più questione di tempo, semplicemente non lo faranno, tanto che vuoi che sia, che mi paghino oppure no quei 200€ che ho lavorato e sudato, io sono qui, lavoro e mi faccio il culo e sto zitta, tutto finisce così.

Sai, in fondo non sono solo delusa, sono anche un po’ incazzata.
Ma metto in un angolino quella parte, le dico “sta lì e non farti sentire” perché non serve a niente incazzarsi, perché io a quasi 70 anni devo sempre ringraziare che un lavoro ce l’ho, ho uno stipendio per quanto minimo che arriva puntuale tutti i mesi, ho una casa dove vivere (beh una camera…), non mi manca niente e non devo ringraziare nessuno per quello che ho.

Posso vedere mio figlio e mio nipote anche 2 volte all’anno, sai?
Faccio una bella passeggiata per andare a fare la spesa, mi fa anche bene, non mi serve una macchina.
E se voglio qualcosa di più c’è sempre Rentalcars… oppure Amazon 😀

Di cosa mi lamento in fondo?
Del fatto che fra pochi anni andrò in pensione e non avrò più neanche questo?
Che dovrò vivere probabilmente da mia sorella e contribuire con 500€ al mese, se va bene, senza mai più sentirmi a casa mia, o libera di andare o restare, dovendo sempre ringraziare per ogni cosa…
o mai più avere un gatto 😀

Che sarà mai, c’è chi se la vede molto più brutta, ne sono certa.

Ma sì dai, lascia che mi lamenti un po’, così mi sfogo e poi me ne sto buona buona per qualche altro mese.

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