Niente di che..

Mia sorella mi chiama ogni tanto e mi chiede “che fai in questi giorni?”

Rispondo “niente di speciale”.

Eppure nonostante tutto le giornate sono piene.

A volte capita, come oggi, che sto a casa, sistemo le mie cose nel pc, passo le foto nel cloud, sfoltisco il blog tramutandolo in pagine pdf che poi non so chi mai leggerà, forse neanch’io, ma che non voglio perdere.

Penso sempre a quando non ci sarò più, a quello che lascerò.

Beh voglio lasciare una traccia di quello che sono e sono stata, almeno in questi ultimi 6 anni.

Bella eredità lascerò, a chi avrà la voglia e la pazienza di leggere.

Ma non ho molto altro che me stessa da lasciare, impronte sulla sabbia.

Ma altre giornate sono piene di altro.

A ritroso… 

Ieri, 16 dicembre, ho accompagnato Alice e il cucciolo malato dal pediatra, pioveva e faceva freddo, l’assurdità di dover portare in giro un bimbo con 38 di febbre, invece di chiedere al medico di venire a casa, è tipica di questo mondo malsano in cui viviamo.

Ma così è e quando l’ho detto ad Anna lei si è subito innervosita, ha detto “ma non esiste, si deve muovere lui !!”

E ha ragione, davvero.

Ma poi penso a come vivono quei ragazzi (mio figlio e famiglia), al casino che c’è in quella casa, meglio che nessun estraneo veda.

In ogni caso il medico, come prevedibile, ha detto che è una forma virale che è diffusa tra i bambini in questo periodo, aerosol e antinfiammatori per tenere bassa la febbre e via, non c’è altro da fare.

Pomeriggio a fare la spesa con Anna al Lidl, la cena con suo figlio e la sua compagna.

Abbiamo finito alle 11 di sera di sistemare tutto.. e buonanotte 🙂

L’altro ieri, 15 Dicembre… altro bell’esempio di mondo di merda.

Ho portato Cetta (una vicina di casa di Anna) a fare un’ecografia alla gamba, poi a casa e poi l’ho accompagnata a fare una risonanza magnetica per lo stesso motivo.

è caduta in modo banale un paio di mesi fa e da allora non riesce a camminare, a guidare, a fare niente, devono accompagnarla tutti i giorni al suo negozio e dovunque voglia andare e lei si sente di peso a tutti, le sue figlie lavorano, hanno due bimbe piccole.

E Anna, giustamente, si mette a disposizione per dare una mano e se non può lei lo faccio io e lo faccio volentieri, anche questo è un modo per ricambiare tutto quello che mi danno mentre sto qui.

Poi alle 13,30 altra vicina, Ada, da portare in ospedale.

Altra bella storia, poverina, reduce da un cancro guarito, deve operarsi per una isterectomia totale e facendo i vari controlli pre operatori le hanno trovato un aneurisma all’aorta e prima di tutto dovrà essere operata al cuore. 

E allora via con altri esami, corse in giro per l’ospedale, stavolta doveva fare l’Angio TAC.

In Italia si chiama malasanità, e lo è !

Abbiamo girato 7 sportelli di 7 reparti diversi prima di trovare il posto giusto, Divisione ostetrica/accettazione – Divisione ostetrica/primo piano – Clinica ginecologica/Secondo piano – 
Cardiologia – Radiologia cardiologica – Radiologia al Monoblocco e poi finalmente Radiologia al Policlinico.

Wow finalmente il reparto giusto !

Arrivate alle 15,30 è entrata per l’esame alle 17,20, un’ora di esame, 40 minuti di riposo quando è uscita, di nuovo in Clinica Ginecologica a portare la cartella clinica e siamo arrivate a casa alle 19,30.

Avevo mangiato 2 biscotti con un caffè, ero cotta come un brasato al barolo.

Il giorno prima, domenica 14 Dicembre, uhm devo fare mente locale…

Ah si, in centro con la Leo, Prato della Valle al mercato, scarpinata fino alle Piazze nei mercatini di Natale (ti ho preso un libro, che appena posso ti manderò), altra scarpinata fino a dove avevamo lasciato la macchina, avevo i piedi che friggevano, 20 cent in tasca e 15 euro che dovrò ridare alla mia amica.

Sabato 13 Dicembre: nonna full time 🙂

Mio figlio lavorava, mia nuora era a Roma per il suo lavoro (è praticamente l’agente per una sua amica http://it.wikipedia.org/wiki/Lubjan ), non possono permettersi un giorno intero di baby sitter e allora ?

Toh, guarda, c’è la nonna, si sono ricordati che esisto anch’io.

Così mi sono presa il bimbo, l’ho portato in biblioteca e abbiamo passato un’ora nel reparto bimbi, poi ai giardini “dove c’è lo scivolo coi dinosauri”, poi pranzo a casa, cartoni, altro giretto al pomeriggio, poi mio figlio che aveva una delle sue emicranie (come le mie, le conosco molto bene) è tornato prima dal lavoro, cena insieme e la lunga giornata è finita.

I giorni indietro si perdono nella nebbia ma il ritmo è sempre simile, capita raramente un giorno tranquillo come oggi.

Domani andrò a Motta in ospedale dal marito di Anna, poi cena con la Leo e altri amici, per gli auguri di Natale, venerdì accompagnerò Ada alla visita dal cardiologo, poi…

Chi lo sa, sicuramente salterà fuori qualcos’altro.

Ma arrivo a sera che non vedo l’ora di scendere nella mia camera, mettere a muto il telefono e stare un po’ con me stessa, senza altre intrusioni dal resto del mondo.

Mi manca la mia solitudine, il mio rifugio dove nascondermi, le mie gatte, un mondo davvero mio, ma devo sempre ringraziare di avere quello che ho.

Tante persone che mi vogliono bene, una casa che mi accoglie, la possibilità, nei limiti, di essere qui, nel mio angolo virtuale.

So già che non può essere una situazione definitiva, so già che cambierà, ma devo tutti i giorni pensare al momento che sto vivendo e trovare il modo di cogliere il meglio da quel momento.

Ma, oltre a tutto questo, mi manchi tu, la tua presenza lontana ma rassicurante, le tue parole, gli scherzi, mi manca pensarti che fai una cosa o l’altra, non so più dove sei o cosa fai, non so più niente di te.

E quello che mi fa più male è sapere che io non manco a te.

Passerà anche questo, che sarà mai…

Niente di che.

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