Cosa fai alle 7 di mattina in giro.
Hai il tempo per pensare alla tua vita, quella vissuta e finita, e quella che per ora è il quotidiano.
Senza la sveglia ti sei alzata alle 5,40, hai fatto il caffè, ti sei lavata il muso, hai fumato la prima sigaretta pensando alla giornata che avevi davanti.
Un saluto a Klara in room, chiudere il divano, scarpe da ginnastica che fanno fatica ad entrare, una coccola al cane e 2 chiacchiere con Anna e poi si va.
C’è poco traffico a quell’ora, per fortuna, così la macchina scalda poco e non fondi il motore proprio andando dal meccanico.
E alle 7 sei già lì davanti, e aspetti che apra.
Una passeggiata, un caffè e già vedi un tabaccaio aperto, solo che hai tempo, non c’è mica fretta.
E ti siedi lì, su quel muretto, a scrivere.
Pensi…
Al ragazzo di colore che hai visto dormire sul marciapiede, al bar di cinesi, ovviamente, ormai un bar su due è di cinesi.
Alla tua macchinina che è la cosa più importante che hai, la sola casa che ti è rimasta, che deve, DEVE durare ancora un po’, se si ferma lei sei finita.
Pensi al golf che hai addosso, prestato da Anna, perché il tuo è stato rosicchiato dal cane.
Pensi a cosa farai dopo.
E il “dopo” è questa giornata, prenderai un autobus per andare al corso, Anna dovrà venirti a prendere stasera all’uscita e accompagnarti domattina e poi chi lo sa.
Ma il “dopo” è anche i prossimi mesi, quando il corso sarà finito, quando avrai quel po’ di soldi che stai già spendendo, quando tutta questa non sarà che una parentesi che forse non porterà a niente e la tua vita sarà di nuovo una biglia lanciata sulla roulette da un croupier folle.
E ti vengono le lacrime agli occhi ma le fermi, o almeno ci provi, sapendo bene che piangere non serve, non serve a niente.
E ti chiedi se c’è qualcosa che serve davvero.
Ma pensa un po’.. inizia a piovigginare.