Mi sento vecchia

Piccole novità in casa in questi giorni.

Si è rotto il frigo, ad un certo punto ha semplicemente smesso di raffreddare, soprattutto il congelatore, e le cose dentro hanno iniziato ad andare in malora.

Ovviamente chiamato subito TP, dopo neanche un’ora il tecnico era qui, ha guardato, pulito, spostato e guardato di nuovo e per magia tutto sembrava funzionare.

Ma dopo 3 ore tutto da capo, il gelato sciolto, le cose pronte che nella parte più esterna erano quasi scongelate, il ghiaccio che diventava acqua.

Scrivo di nuovo a TP, di nuovo lo stesso tecnico, guarda, gira, prova, alla fine dice eh si, sta morendo, ne facciamo portare uno nuovo.

Questo è successo venerdì, il frigo nuovo lo hanno portato oggi (che è martedì).

È pure più piccolo, le cose ci stanno strette e alcune, tipo le bottiglie, non ci stanno per niente.
E non sembra neanche nuovo, pulito sicuramente, ma con un bel po’ di botte sulla carrozzeria.

La roba del congelatore, mezza molliccia, ce l’ho messa dentro lo stesso, qualcosa ho buttato, speriamo bene…
Gioie e dolori di TP, come un’amica saggia mi ha detto, giustamente.

E l’altra novità, tipo doccia fredda, Victoria se ne va.

All’inizio diceva fra un po’, in settimana, poi ha cominciato a fare i bagagli, tempo pochi giorni se ne tornerà ad Alicante.

Da una ventina di giorni non lavorava, si era stufata del lavoro di cacca che faceva (content review, praticamente si vedeva tutti i video di TicToc e dava l’OK alla pubblicazione, oppure il KO)

Si era fatta fare un certificato medico per stare in malattia e adesso ha deciso di tornare a casa.

Non posso darle torto, ci mancherebbe, non farei quel lavoro neanche per 5000€ al mese… beh forse per quella cifra si, ma per poco, c’è da impazzire.

Ed entro poche settimane ci ritroveremo con la lotteria del nuovo coinquilino, e tutto ricomincerà.

Che palle!

Sono stanca di queste cose, ho bisogno di un po’ di stabilità e di tranquillità.

In questo periodo mi sento davvero vecchia, non che io lo sia, intendiamoci, a 66 anni si è vecchi?

Mah, io direi di sì, specie quando ti devi confrontare con persone che hanno metà dei tuoi anni, specie quando a volte quegli anni te li senti tutti appoggiati pesantemente sulla schiena.

E non è che ne puoi lasciare indietro un po’, non funziona, ci ho provato.

Te li devi tenere tutti lì, aggrappati come gufi che bisbigliano nell’orecchio, come per ricordarti che, ma sì, non sei più una quarantenne pimpante né tanto meno una ragazzina, ma ndo voi annà?

E allora, nel modo in cui è possibile, continui la corsa, fai mentalmente confronti e dici a te stessa: ma dai, ce la fai, ce la puoi fare!

E quando inciampi sui tuoi stessi piedi, quando vai a sbattere sugli stipiti delle porte, quando vedi che proprio non ci arrivi, beh… che sarà mai, stringi i denti un altro po’ e continui, la corsa non è finita finché c’è un traguardo all’orizzonte, giusto?

Solo che fiato ne ho pochino ormai, e sto usando tutto quello che c’è.

Mi rendo conto che quello che ho scritto rivela un po’ di malinconia e pessimismo, ma tranquilli, non mi sento giù, solo stanca.

Ma davvero, delle volte mi chiedo che corro a fare.

Ieri mi sono fermata da quello che stavo facendo e pensando, mi sono guardata intorno nella mia stanza e mi sono chiesta: ma che cavolo ci faccio qui?

Dove sto andando?

Cosa sto cercando?

Dove voglio arrivare?

Il problema forse è proprio quello, non lo so.

Non ho un obbiettivo, uno scopo, qualcosa che voglio realizzare, vivo perché sono viva, cerco di dare il meglio di me, cerco di realizzare qualcosa anche se non so cosa sia, cerco di dimostrare, a chiunque ma soprattutto a me stessa, che ancora non sono costretta a fermarmi, che ancora ce la posso fare, e meglio di altri.

Ma perchè non lo so.

Delle volte mi prendo qualche piccola soddisfazione, specie al lavoro.

Riesco a risolvere piccoli problemi che altri non sanno risolvere, riesco a dare quella cosa in più quando serve, mi piace che poi mi dicano: menomale che hai controllato, menomale che c’eri quando serviva.

Ma nello stesso tempo faccio anche sbagli, mi dimentico qualcosa, sorvolo su qualcos’altro che invece dovevo verificare, e i miei sbagli hanno conseguenze.

Lo so, sono cazzate, per ora, ma non devo, non posso permettermi di sbagliare.

Io, più di chiunque altro, devo mirare alla perfezione se voglio raggiungere almeno una cosa decente, non pretendo di essere perfetta, ci mancherebbe, ma voglio ancora dimostrare che ce la posso fare.

Perché nel momento in cui non ce la farò più tutto il mio castello di carte mi crollerà sulla testa e non avrò più niente, non sarò più niente.

E in questo momento sono tutto quello che ho.

(Visited 7 times, 1 visits today)