Come ti permetti…

La situazione è precipitata.
 
Non è bastato che io me ne sia andata da casa di mamma, assecondando l’insofferenza per la mia presenza, espressa in mille modi.
Non basta che io sia a disposizione per tutto quello che serve o servirà, che io non possa neanche pensare a una qualunque evoluzione della mia vita, cercarmi un lavoro, un posto dove stare senza essere di peso a nessuno.
Non basta.
 
Provo a spiegare.
 
La premessa sono i miei denti, o meglio il fatto che non li ho.
E che non posso permettermi di andare da un dentista.
 
Quando ero a Milano andavo in una struttura pubblica e avevo iniziato il lavoro ma da quando sono via da lì non posso fare nient’altro.
 
E’ una cosa legata alla residenza.
Sono residente in Lombardia per cui posso andare solo in ospedali in Lombardia.
Da mia sorella altra regione, Emilia Romagna, niente da fare.
Da mia mamma altra regione ancora, Veneto, niente da fare.
 
A meno che io non porti la residenza da loro.
 
Mia mamma mi ha sempre detto: “ci pensiamo noi, ti aiutiamo..”
Ma non voglio pesare su di loro totalmente, sono spese grosse, per cui ne ho parlato e abbiamo pensato di portare il domicilio temporaneo a Padova, per poter avere l’assistenza medica e continuare lì il lavoro, sfruttando per quanto possibile le strutture pubbliche.
 
Nei giorni scorsi mi sono mossa, d’accordo con la mamma e, io pensavo, anche con lui, sono andata in Comune e ho fatto l’iscrizione alla lista dei residenti temporanei.
Sono andata alla ASL e ho fatto l’iscrizione e la scelta del medico.
 
Tutto ok, no ?
 
Se ne è parlato apertamente, a tavola, lui era lì, presente, man mano che facevo i vari passi e poi quando tutto è stato a posto.
 
Ho preso anche appuntamento col dentista, la mamma ha insistito ed era lì con me, e sarei dovuta andare dal nuovo medico martedì prossimo per le ricette.
 
Ma…
 
Come già ho detto sono venuta via da Padova in un modo poco piacevole, mi sentivo messa alla porta, quasi scacciata.
 
Non importa.
Già pensavo di rimandare medico e dentista a tempi migliori.
 
Ieri mattina mi arriva una telefonata, era lui.
 
Infuriato, senza neanche lasciarmi parlare mi dice: Come ti sei permessa di fare la residenza temporanea a casa mia, chi ti ha autorizzato ?? 
Non azzardarti mai più a fare una cosa del genere senza dire niente a nessuno !!
Adesso annulli tutto e se vengono a controllare io dico che tu non sei qui !!”
 
E mi ha sbattuto il telefono in faccia… così.
 
Io… beh è stato l’ennesimo pugno nello stomaco, sono scoppiata a piangere e mio cognato, che era con me, non sapeva che faccia fare, cosa dire.
 
Io mi chiedo cosa ho fatto per essere trattata così.
Mi chiedo perché è arrivato a non sopportarmi in questo modo.
 
Capisco che è malato, capisco che ha 83 anni, capisco che è sempre stato una persona che vede solo se stesso…
 
Forse la mia presenza ha sminuito la sua egemonia verso mia madre, ai limiti del plagio, forse si è sentito defraudato del suo totale potere di decisione.
 
Forse.. forse sono io che ho chiesto troppo, che ho osato troppo.
 
Forse la mia voglia di stabilità mi ha fatto esagerare.
Ora non voglio neanche sentirlo al telefono, non mi interessa come sta o cosa fa.
..
Ma ci sto male, continuerò a starci male.
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Un commento

  1. leggendo questo post, oltre a non poter scrivere quello che penso del “tizio”
    mi viene in testa il fatto che vi manca un uomo (come fratello) altrimenti il “tizio”
    lo avrei avuto ospite in opportuna sede.

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