Eravamo cinque amiche l’altra sera.
Amiche da talmente tanti anni che passa anche la voglia di contarli, amiche a volte vicine, altre che si sentono solo con un occasionale messaggio su whatzapp, altre solo di riflesso, amiche di amiche.
Ma in quella pizzeria,la solita dove si va sempre, ci siamo ritrovate come se non fosse passato un solo giorno dall’ultima volta e nello stesso tempo come se avessimo una vita intera da raccontare, fili da tirare, storie da aggiornare.
Ognuna di noi cambiata pur restando uguale a se stessa, qualche ruga e qualche chilo in più, qualche nuova gioia e nuovo dolore appollaiati sulle spalle come gufi.
Ognuna di noi ha qualcosa da raccontare, abbiamo quasi 60 anni e si parla di stanchezza del lavoro e di pensione, di cosa sarà possibile fare o non fare, dopo.
Si parla di bimbi, chi ha un nipotino, chi ha appena visto nascere il secondo, chi fa la babysitter e chi non ha pazienza né voglia né prospettive di avere bimbi per casa o nella vita.
Si parla di acciacchi e dolori.
Una di noi è irrigidita da un dolore alla spalla che cerca di non mostrare ma che le strappa una smorfia ad ogni movimento.. e dice che non trova più pace, che non ci sono farmaci capaci di darle un po’ di sollievo anche solo temporaneo.
Un’altra parla di cure e costosa riabilitazione, io so vagamente che ha superato un tumore, ma non faccio domande, non voglio esibire una curiosità che può sembrare morbosa.
Un’altra ancora tace, al massimo accenna a qualcosa minimizzando.. di lei so bene che ha un serio problema di osteoporosi che molto presto la metterà di fronte a scelte difficili e pesanti, scelte che potranno cambiarle totalmente la vita non certo in meglio.
Io mi ritrovo a guardarle e ascoltarle come da una posizione esterna anche se sono lì con loro, anche se rido con loro.
E al rientro a casa la sera, quando sono sola, mi viene istintivo chiedermi cosa mi aspetta, cosa toccherà a me domani.
Assurdamente, io che sto bene a parte qualche palpitazione e un po’ di mal di schiena, mi dico: “loro si, e io niente?”
Come se parlassi di una specie di premio, la bambolina vinta al Luna Park.
E mi ritrovo ad avere un po’ di paura di quello che mi aspetta.
Amiche, lo specchio su cui possiamo guardarci invecchiare…
La pizza era buona e anche gli gnocchi alla zucca.