Social: cosa c’è dietro

Mi riallaccio al discorso che facevo giorni fa sul cambiare progetto, in previsione di non poter parlare 8 ore al giorno, specialmente durante il lavoro dentistico.

E qualche giorno fa è arrivata una proposta che all’inizio mi sembrava buona, orari un po’ pazzeschi – 24/24 a rotazione, 7/7 – ma mi andava bene, potevo incastrare il dentista col lavoro senza perdere giornate intere.

E niente cuffia, “solo” vedere video.

Quando la tizia dell’Internal Transfer me ne ha parlato non mi sembrava male, poi ovviamente ci ho pensato su, in effetti non ci ho dormito la notte.

E alle 4 di mattina ho messo su una bella risposta in inglese con cui dicevo “no grazie, it’s not for me”

Spiego meglio, e in questo modo spiego anche il titolo del post.

Gli antefatti arrivano da 2 o 3 anni fa quando spesso capitava che ci vedessimo con Luca, amico ed ex collega di disavventure nella mia stessa azienda, che ne era uscito alla fine del suo 3° anno.

Ne avevo parlato verso la fine del 2016, andavamo in giro per Lisbona, che lui conosce bene, molti degli angoli nascosti di questa città me li ha mostrati lui, con lui siamo andati anche a pescare a Santo Amaro, con zuppa di pesce annessa 🙂

Uscito dall’azienda Luca aveva trovato qualche lavoretto qui e là e alla fine è approdato ad un lavoro di Content Review per Facebook.

Il Content Review è in sostanza il controllo dei contenuti che vengono inviati ai Social Networks per la pubblicazione, e per contenuti si intendono soprattutto foto e video.

Da fuori non ci si immagina, non ci si può immaginare, quanto sporco ci sia nella gente, quanta crudeltà, meschinità, miseria mentale e morale, cattiveria… non trovo aggettivi che possano definire con efficacia.

Non ci si immagina, e io stessa non arrivo ad immaginare del tutto, quello che la gente invia per la pubblicazione nei vari Facebook, Instagram, Youtube, ma anche Google nelle sue varie forme, per citare quelli più conosciuti e popolari.

Luca me ne aveva accennato, a suo tempo, diceva che dove lavorava lui si resisteva 2 o 3 mesi, non senza essere intimamente toccati da quello con cui si aveva a che fare tutti i giorni, continuamente, 8 ore al giorno.

In questo tipo di lavoro dovrebbero essere previste lunghe pause, assistenza psicologica, periodi di “ferie” per poter staccare.

In molti posti però questo lavoro è sottovalutato, finalizzato alla produttività a tutti i costi, perchè il Cliente (i Networks) paga per avere risultati e non importa il costo a livello umano per chi li ottiene.

Non so se dove lavoro io sia questo il modo di gestire questo tipo di mansione, e non lo voglio sapere, per quello che mi riguarda.

Perché questo era quello che mi hanno proposto, per un Social Network cinese che non sto a nominare, diffusissimo fra gli adolescenti (e i cretini), e quando me ne sono resa conto – anche scaricando l’applicazione per capire meglio a cosa andavo incontro – ho detto no, grazie.

Lo stesso giorno Rebecca, la mia amica/coinquilina, mi ha passato questo link: Bodies in Seat.
Ovviamente è in inglese, invito chi legge qui a tradurselo, se non riesce a leggere l’originale, ne vale la pena.

E fra tanti altri, e sono parecchi ma sempre troppo pochi, ho trovato questo breve video (sottotitolato in inglese e abbastanza comprensibile): It’s the worst job and no-one cares

Diciamolo, è una schifezza che per poter lavorare ci si debba abbassare a farsi del male in un modo tanto sottile quanto distruttivo.

No, grazie, it’s not for me.

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2 commenti

  1. Fatto bene,
    non hai l’età ne il sesso giusto per un lavoro del genere ..serve un vero “Killer”
    mi sembra di tornare indietro di 10 anni …quando sul Nap e compagnia giravano i “normali”
    ma anche gli altri … e per altri ..bastava guardare cosa mettevano nello share….

    1. Scusami, ho “tagliato” il commento dato che andava fuori tema, cmq ho visto i link che avevi messo, magari un giorno parlerò del Bacalhau e ci aggiungerò il resto.
      Grazie, comunque 🙂

      Quanto al tornare indietro.. non è tanto che spulciando fra vecchie cartelle di backup ho ritrovato molti screenshot di share a dir poco impressionanti che mi ero salvata e le denunce per i pedopornografi che ho fatto per un bel periodo.
      Davvero, in anni di chat e nap ne abbiamo viste di cose..

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