Storie di vita da raccontare piano piano

Negli ultimi mesi mi sono resa conto di avere tante storie da raccontare della mia vita.

In fondo ho avuto una vita lunga e piena e a 60 anni se ne accumulano di cose che nel momento in cui succedevano erano banali, piccole cose quotidiane, ma a posteriori diventano storie, episodi di una lunga serie tv ancora non finita.

Dai ricordi delle gite aziendali alle invasioni di topi in giardino, dalla musica che ascoltavo e quella che mi sono persa ai posti dove sono stata e i miei ricordi legati a quei posti, quante storie avrei da raccontare.

Nei miei tanti anni ho accumulato storie di ogni tipo e spesso penso a chi ha avuto e vive una vita banale piena di poco, adolescenza, primo amore, matrimonio e figli, feste di Natale anno dopo anno, difficoltà e vittorie, vita quotidiana sempre uguale a se stessa fino alla fine.

Penso anche, e li ho divisi come versioni o upgrade di me stessa, a quanti cambiamenti ci sono stati nella mia vita, fino a portarmi dove sono adesso.

Sicuramente stanca, sicuramente con la voglia di fermarmi a riposare, di smettere di lottare, ma quanto ho riempito di cose, gente, posti, questa mia vita.

Stamattina pensavo alla mia vita negli ultimi 10 anni.

Forse perché vivo ogni giorno in mezzo a persone, tranne alcune eccezioni, che se ripensano a 10 anni fa al massimo pensano alla fine del periodo scolastico se non ai giochi e ai compiti per casa.

Io 10 anni fa ero nel pieno della mia crisi di matrimonio, avevo un figlio di 20 anni che iniziava la sua strada nella sua vita, come i ragazzi con cui vivo adesso, avevo due vite parallele, una fatta di problemi di soldi, o meglio mancanza di soldi per fare la spesa per mangiare, voglia di scappare, l’altra piena di gente, amici, amore ma del tutto inconsistente, che iniziava e finiva davanti al pc, anche se piena e forte come una vita vera, forse anche di più.

10 anni fa soffrivo per un amore perso, e poi per uno non corrisposto che mi straziava.

Quello stesso amore che ho voluto a tutti i costi trasformare in amicizia e rapporto quotidiano anche se fatto solo di messaggi scritti e distanza di centinaia di km, la stessa amicizia che mi sono portata dietro e che dura ancora adesso.

Ma in questi 10 anni, mamma mia quante cose sono cambiate.

2007 – 2017

Nel 2007 sono andata ad Assisi e poi a Roma e poi ancora Perugia, Carrara da Moreno, Bracciano da Ale, poi ancora Roma e il primo raduno…

E a casa ho lasciato mio figlio abbandonato a se stesso, vero aveva 21 anni per cui non era un bimbo, ma se ci fossi stata di più chi lo sa…

Quante volte penso “se avessi fatto le cose diversamente”, sembra un fil rouge questa frase ultimamente, vero?

10 anni fa non ti conoscevo ancora e ancora non avevi cambiato lamia vita.

Il bello è che scrivo questo proprio oggi che è il tuo compleanno, stavolta è davvero solo un caso.

Poi gli anni sono passati, la ricerca seria del lavoro, la crisi di Valentino, la voglia finalmente di trovare una soluzione.

La psicologa che mi seguiva a cui non riuscivo a raccontare quello che mi ribolliva dentro, il mese a Vitorchiano, il colloquio a Roma per Sky, e poi tu come un regalo che a posteriori forse avrei preferito non ricevere, per il male che mi hai fatto.

Ma che ringrazio mille volte di aver ricevuto per il bene che mi hai fatto.

E il lavoro a Milano, la follia meglio chiamarla, ma c’eri tu di mezzo per cui tutto è stata follia.

Ma è anche quello che mi ha fatto crescere e vivere di nuovo e trovare un motivo per farlo.

E in fondo è stata quella follia che mi ha insegnato a camminare e poi a correre e poi a volare, nel senso fisico del termine.

Se non avessi fatto quella scelta, allora pazzesca, non sarei qui adesso, non avrei mai e poi mai avuto il coraggio per prendere quel primo aereo e vivere lontana da tutto e tutti in un altro stato, un altro mondo.

Invece sono qui e ripenso e ricordo e per quanto spesso mi manchino alcune cose che ho lasciato alle spalle non cambierei quello che ho adesso per niente al mondo.

Beh quasi…

In questi giorni mi manca Valentino.

E penso in continuazione a quando verrà qui fra un mese e a quei 4 giorni che passeremo insieme.

Da questo nasce la mia voglia di scrivere oggi, tanta che non sono riuscita neanche a fare un solitario banale, di quelli che faccio sempre con facilità, perché la testa era in queste parole, su questo foglio bianco che sto riempiendo, in queste storie che voglio raccontare.

Mi sono svegliata prima del solito oggi, anche se sono di riposo e potevo dormire anche fino a mezzogiorno se volevo, con questo in mente.

Valentino qui fra un mese e di 4 giorni che resterà qui per 2 giorni dovrò lavorare.

Ho provato a chiedere quei 2 giorni di ferie, ci ho provato da natale ed era troppo presto, poi a metà gennaio ma era ancora troppo presto, poi alla fine di gennaio ed era troppo tardi, era già tutto pieno, non è più possibile.

E stamattina nel dormiveglia pensavo…

Ma che succederà mai se io quei 2 giorni non vado a lavorare lo stesso?

Ci sono i ragazzi che lavorano con me che fanno le notti in giro per la città e si ubriacano e la mattina dopo mandano un messaggio: sto male e non vengo.

Io non ho mai fatto niente del genere, se ho mancato il lavoro era perché avevo la casa allagata o stavo male.

Cosa succederebbe se per 2 giorni non andassi a lavorare?

Ho mio figlio qui, per dio!

E sono 10 anni che non passiamo più di 2 giorni insieme, al massimo vado la sera a dormire da lui quando vado a Padova ma poi il giorno dopo vado via di nuovo.

Invece adesso potrei stare con lui 4 giorni interi, o quasi, tenendo conto che arriva qui alle 3 del pomeriggio del primo giorno.

Naturalmente anche con mio nipote, certo ovviamente, ma mio figlio è mio figlio.

Lo rivedrò a settembre per qualche ora, non ci sono compleanni, feste di natale, ferie, nient’altro che questi 4 giorni prima di chissà quanto tempo.

Ci penserò ancora, naturalmente, il mio senso del dovere mi fa venire i rimorsi fin da adesso, ma posso io, da mamma, rinunciare a questa piccola possibilità?

Fino all’ultimo giorno ci penserò.

Ma… dio quanto mi manca mio figlio.

 

In fondo non ho raccontato un granché di storie su questa pagina oggi, solo uno sfogo per chiarirmi le idee.

Ma mi ci voleva.

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