Parentesi italiana quasi finita, Buon Compleanno Luisa

Parentesi italiana quasi finita.

Sono in Italia da una settimana e già sto pensando a far stare in valigia tutte le cose che ho preso qui da portare a Lisbona.

Domani ho il volo che mi riporterà a quella che è diventata la mia vita quotidiana nell’ultimo anno e che lo sarà per un altro anno almeno.

E portare un po’ di cose dall’Italia mi sembra il minimo, è un aggancio alla mia vecchia vita e alle mie radici, dai biscotti del Mulino Bianco alla polenta, dal cotechino al parmigiano, dai risotti in busta ai cioccolatini da portare ai colleghi.

Sono stati 6 giorni di full immersion, il problema della macchina inaspettatamente risolto in due densissimi giorni fatti di inserzioni su Subito.it e chiamate a tutte le ore e messaggi e accordi sfumati, fino a portare sabato mattina alla firma del passaggio in agenzia e a 500€ in più in tasca.

E anche la pandina non è più un problema.

Quanto a questo, apro una parentesi, devo dire che davvero mi sento quasi liberata.

Solo un anno fa se mi avessero detto che sarei stata bene sapendo di non avere una macchina non ci avrei creduto.

Per anni la mia macchina è stata il mio mondo, la mia – potenziale – via di fuga.

E invece adesso che mi sono abituata a non averne la reale necessità sono lo stesso tranquilla, serena.

Chi mai lo avrebbe detto, io certamente no.

Poi sinceramente non mi sono mai affezionata a quella macchina, il Cincent è stato testimone del mio uscire nel mondo, la Panda era uno strumento, usato e sfruttato sicuramente, ma non era davvero mia nel mio cuore.

Chiusa parentesi.

Comunque la vendita è stata molto più semplice del previsto, forse per il prezzo accessibile che chiedevo, forse era il momento giusto, chi lo sa.

Inserzione, chiamate, a volte cose assurde tipo il sardo che voleva prendere l’aereo oggi per venirsela a prendere (e poi si è anche incazzato perché aveva già preso il biglietto, ha detto) oppure il mantovano rivenditore di auto che la voleva per portarla a Pantelleria (chissà se ci sarebbe arrivata) ma mi ha dato buca 2 volte quando doveva venire a vederla.

O il ragazzo brasiliano che è venuto da Ravenna, o quello che voleva venire da Lucca…

Fino alla persona giusta che è venuta, ha visto, ha provato, e in 2 ore aveva già pagato cash e firmato il passaggio in agenzia.

Ancora non ci credo davvero ma così è andata.

Poi la corsa a Padova, Prato della Valle con la Leo, ospedale da zia Ada, Valentino e Leone.

Domenica passata con la mia famiglia che non vedevo da settembre, la prima volta quest’anno la macchina gelata al mattino e la nebbia, la cena dal cinese (pagata dalla Panda).

Lunedì da Cetta e famiglia Taverna, l’altra mia famiglia di adozione, e come sempre con loro sentirsi a casa.

Michela che aspetta un bimbo, Lara distrutta dalla morte di Alberto, il suo compagno, poco più di un mese fa, Vitty cresciuta e straordinaria come sempre, Cetta con il suo enorme cuore.

Poi in Posta a chiudere il conto-sanguisuga, altra rottura eliminata.

Auchan a fare un po’ di scorte da portare via.

Poi dalla Leo, la pizza con lei e Lella e Maurizio dove finalmente mi sono levata la voglia di essere io, una volta tanto, ad offrire (sempre grazie Panda) e a dire loro, in questo modo, di non essermi scordata di quanto con loro mi sento in debito.

Il viaggio nella nebbia più fitta fino a Massa.

E da mezzanotte, mentre ero per strada, sono iniziati i primi messaggi di auguri (Roberta, Valentina e Massi) ed è iniziato il mio 60° compleanno.

Ieri in confronto ai giorni precedenti è stato un giorno vuoto, decisamente riposante, costellato da sms telefonate e WhatsApp, finito in pizzeria dove, ancora una volta, la pandina ha offerto la cena.

E oggi un giorno altrettanto tranquillo, Adriana è uscita da poco per andare a scuola, Franco va su e giù per la casa, io scrivo, prima di perdermi i dettagli degli ultimi giorni.

E domani l’aereo alle 17 e alla sera sarò a casa mia.

In tutto 8 giorni, è stata una mia scelta per avere ancora un po’ di tempo a casa per riposarmi e farmi un po’ di cose.

Venerdì sera Elisabeth e Jacopo a cena, il 27 la cena con tutti i colleghi offerta dall’azienda (abbiamo vinto come Team Italia la gara di produttività), il 1 marzo arriva Valentino & C. e devo trovare il modo (o meglio la scusa) per non andare al lavoro venerdì e sabato.

Poi tutto ricomincerà con i normali ritmi del lavoro, fino ai prossimi giorni di pausa e alle prossime ferie, and so on…

Ma sono davvero contenta oggi, nonostante i miei 60 anni che non sento di avere, a volte, che pesano come il piombo altre volte, con la mia voglia di vivere e continuare a lottare, nonostante le rughe e i capelli bianchi.

Altra parentesi, Valentino voleva trovare il modo di cambiare l’hard disk di questo pc e lo ha aperto.

Solo per scoprire che non c’è fisicamente lo spazio per metterci un HD, che è nato e morirà con i miseri 32gb di SSD che ha.

MA… senza volerlo ha risolto il problema della barra spaziatrice che non spaziava una minchia e finalmente posso scrivere senza bestemmiare e dover tornare indietro nel testo per aggiungere gli spazi fra le parole.

Regalo di compleanno?

Ohhh yessss !!

Grazie Vale 🙂

Chiusa parentesi italiana.

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