“Cosa c’è nella nebbia in Valpadana,
Ci son cose che a dirle non ci credi,
Non ci credi nemmeno se le vedi,
A parte il fatto che non le vedi”
Era una vecchia canzone di Cochi e Renato, te la ricordi sicuramente.. a me viene sempre in mente in serate, o giornate, come questa..
Ci pensavo stasera in tangenziale mentre tornavo da casa di mio figlio che ormai da un paio di mesi è andato a vivere in una frazione verso i colli a 30 km da qui.
Oggi non poteva andare a prendere il bimbo a scuola e mi ha chiamato per chiedermi se potevo andare io.
Poi sulle 5 è tornato a casa e mi sono messa in macchina per tornare a Padova ed eccola, praticamente in prossimità della periferia ho trovato la prima nebbia.
La prima anche della stagione, nonostante siamo al 9 novembre finora questo è stato un autunno che si può definire caldo, negli ultimi giorni al pomeriggio c’erano sole e 26 o 27 gradi, una coda d’estate anomala e, almeno per me, abbastanza fastidiosa.
Lo so, il freddo arriverà, e forse pure tanto, in questo inverno che sta arrivando, ma io sono quasi impaziente, ne ho bisogno.
Ho bisogno di quelle giornate limpide, terse, cristalline, ghiacciate, quelle tipiche del nostro inverno, col gelo secco che si attacca sulla macchina e sui vetri, con l’erba che scricchiola sotto le suole, con i rami spogli degli alberi che scintillano di brina.
Arriverà, ma per adesso si inizia con la nebbia.
Stasera fuori tutto è ovattato, come sfuocato, i suoni e i rumori dalla strada sono distanti, quasi sommessi, come se il mondo avesse cominciato a parlare sottovoce.
Inutile dire che mi piace molto così, evitando di pensare a domattina quando uscirò di casa e dei questa nebbia vedrò anche i lati negativi.
La strada indistinta, le luci, i semafori con il loro alone colorato e il traffico rallentato dai soliti imbranati che appena c’è un po’ di foschia si impauriscono anche dei paracarri.
ma è così, fa parte del pacchetto, no ?
Tu hai sempre bestemmiato fra i denti per la nebbia ma so che piace anche a te.
So che nelle sere di nebbia esci in giardino con le tue gatte a fumarti una sigaretta guardando verso il cielo e respirando a fondo.
La nebbia ha un odore che è tutto suo.
E come al solito torno indietro con la mente, quell’inizio di inverno del 2011 quando ancora lavoravo e tutte le sere mi facevo la mia ora e mezza di strada per rientrare a casa.
Quell’anno la nebbia mica ha scherzato, proprio no.
In giro si diceva che erano anni che non si vedevano giornate così, in cui la nebbia non si alzava MAI per tutto il giorno e tutto restava di un grigio quasi uniforme, appena appena più chiaro nelle ore centrali della giornata.
Mi ricordo che uno di quei giorni sono andata a Gambolò dal mio meccanico e ci scherzavamo su, io e lui: “come è andata oggi? ”
“Nebbia.. e poi un po’ meno nebbia.. e dopo un po’ di più.. mai visto il cielo oggi..”
E mi ricordo anche di Paolo, lui era di Genova e raccontava del Caligo, la nebbia sul mare che era l’incubo di chi andava per mare, quella che da un momento all’altro ti faceva trovare un muro davanti e tu perdevi completamente il senso dell’orientamento.
Ho scoperto solo anni dopo che il nebbione effetto muro si chiama Caligo anche qui in Veneto, strano no?
Insomma, comunque la si chiami, da oggi ci godiamo la nostra bella nebbia.
Quanto sarà piacevole lo sapremo solo nei prossimi giorni in effetti.
Magari faccio in tempo a cambiare idea 🙂