Life goes on

E’ un po’ che non scrivo.

Mi viene in mente spesso ma o non ne ho voglia o se ce l’ho non è il momento giusto.

E poi i pensieri passano.

I giorni stanno passando senza lasciare troppi segni su di me e questo è in qualche modo strano.

Da quando sono tornata da Milano cosa ho fatto?

Alzarsi la mattina, accompagnare a scuola mia sorella, accendere il pc e cercare un po’ fra le inserzioni, senza molta convinzione, stirare quando serve, cucinare per la famiglia, la sera di nuovo al pc, a volte un po’ di room, spesso con la connessione che cade ogni 3 minuti, altre volte con solo un telefilm, andare a letto a leggere e finire così una giornata uguale a tante altre.

Ho voglia di stare da sola in questo periodo, di stare con me stessa.

Spesso questa casa mi sembra affollata e vorrei scappare su in camera mia ma non posso.

Sento di avere una specie di “dovere” nei confronti delle persone con cui vivo, per cui…

Beh in effetti qualcosa ho fatto nei giorni scorsi.

Il giro a Padova con mia sorella e mio cognato, per la famosa firma per la successione della mamma e l’esito spiacevole, frustrante, la delusione nei confronti di persone che credevamo di conoscere che si sono rivelate grette, meschine.

Quel giorno solo una corsa veloce e subito il ritorno a casa.

E poi un paio di giorni fa di nuovo a Padova da mio figlio e in cimitero dalla mamma.

Mi da ancora una sensazione strana scrivere “in cimitero dalla mamma”, come spesso succede, quasi quotidianamente, ci sono piccole cose, ricordi che tornano all’improvviso, legati a una frase o un oggetto, che riportano alla mente la realtà, il fatto che lei non c’è più.

Ma l’altro giorno, davanti alla lunga lapide di marmo che ho visto mille volte, ho guardato lassù, nel posto più alto, e ho visto come se fosse la prima volta il suo nome e la sua foto.

E quasi a voce alta ho chiesto a quella fotografia “ma tu che ci fai lì ?”

A volte è come un pugno nello stomaco, quella realtà e in quel momento ho rivissuto il momento in cui tenevo la cassetta delle ceneri in mano e ne sentivo il freddo e il peso.

E con immagini che scorrono impietose ho rivisto i momenti che mi sono rimasti impressi negli occhi e nel cuore.

Vorrei riuscire a liberarmi di quelle immagini, vorrei tanto dimenticare e andare avanti.

Mi dico che piano piano se ne andranno, che il tempo guarirà queste che sono come ferite aperte, che è passato troppo poco tempo.

Devo dirmelo.. devo.

Quando sono uscita ho visto che contrariamente al solito tutte le tombe avevano dei fiori, anche quelle che ho sempre visto vuote e abbandonate.

E’ il periodo, la settimana di Ognissanti e dei morti.

E mentre tornavo a casa mi sono fatta un regalo.

Ero parecchio giù e avevo bisogno di circondarmi di qualcosa che mi distraesse da quei pensieri.

Così sono andata a Copparo, in quella bella piazza dove ero passata quest’estate, e mi sono fatta un gelato 🙂

Crema e Nutella, mangiato seduta nel piccolo giardino di quella piazza, faceva un freddo maledetto ma che bella sensazione, quel gelato.

La mamma era golosa, amava i gelati.

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