Diario: Una settimana a Milano

Beh non che fosse davvero in programma, era più che altro una speranza.

Le corse a Padova, i mille problemi degli ultimi mesi, lo sconvolgimento di vita che hanno significato, tutto sembrava rendere anche solo l’idea una chimera.

Questa primavera, prima che tutto precipitasse, avevo detto a Chiara che nel momento in cui avesse avuto bisogno di una mano per il trasloco io ci sarei stata.

Ma poi questa estate così piena e anomala aveva trascinato tutte le intenzioni come rami portati via dalla corrente di un fiume in piena.

E invece, sembra quasi impossibile ma è quasi tutto finito.

Restano le ultime spiacevoli incombenze legate a eredità fasulle e successione.

Poi quel capitolo della mia vita sarà definitivamente chiuso per cui tutto è rientrato nella pseudo normalità e quando si è presentata l’occasione l’ho presa al volo.

Chiara chiama, come fa ogni tanto, racconta di come ha la casa per aria e il panico di non riuscire a fare tutto in tempo.

E sono io che le ho detto: vuoi che venga a darti una mano?

Era titubante, sembrava quasi che non volesse, ma non ha avuto il coraggio di dirmi di no, per fortuna.

E’ stata una settimana piena, a cominciare dal viaggio lungo, fatto di molte tappe, calmo ma dopotutto estenuante, traffico, nebbia e a tratti pioggia.

Ma mi sono fermata in quel paesino che mi piace un sacco, col suo bellissimo castello medioevale che sembra quasi finto, fatto coi Lego.

San Lorenzo de Picenardi, provincia di Cremona.

Mi sono fatta una passeggiata, il cancello principale era chiuso ma ho trovato un accesso sul retro e ho fatto il giro del castello e del parco e una ventina di foto, bello bello bello.

El ritorno alla macchina è uscito dal cancello un ragazzo filippino che mi ha chiesto se avevo bisogno di qualcosa.

Gli ho detto che facevo solo qualche foto e mi ha sorriso dicendo che potevo fare tutte le foto che volevo.

Poi Milano, caotica come sempre.

Era l’ora di pranzo e ho fatto un giro al Parco Lambro (altre foto), un panino e un caffè al baracchino dove siamo andati io e te un paio di volte.

E poi casa di Chiara e fin da subito le cose da mettere via, gli scatoloni da riempire e chiudere.

Questo è stato il fil rouge di tutte queste giornate.

Q parte il giorno passato con te a casa tua, che è stato una parentesi diversa e piacevole, come sempre.

Ma che belle le nutrie 🙂

Beh un’altra parentesi è stata quella che posso chiamare “fare shopping”.

Io poverina, mi sento come la cugina che scende dalle montagne, roba tipo Heidi, che non ha mai visto la civiltà.

Mia cugina aveva in mente di darmi una sistemata al guardaroba.

E mi ha vestito dalla testa ai piedi, maglioni, leggins, scarpe, giaccone, non si fermava più.

E, contrariamente a quello a cui sono abituata, mica roba da mercato, ha speso un capitale in un paio d’ore.

Beh, dato che c’era ne ha spesi 3 volte di più per se stessa, ma visto che li ha non vedo perchè no, anche se certe cose sono decisamente esagerate, per me poi è un mondo che non credevo neanche esistesse.

(mentre scrivevo qui mi ha chiamato, era in centro a Milano e meditava di prendersi un paio di stivali che le piacciono tanto… 1200 euro… )

E quel mondo l’ho visto un po’ meglio domenica sera, la sera che possiamo definire “ultima sera in centro a Milano a fare le signore”.

Beh, ultima per me (in effetti anche 1a, ma è un dettaglio..) che non so davvero quando potrò tornarci.

E se lo farò difficilmente sarà una sera così.

E ultima per lei, perlomeno da residente, visto che lascia Milano dopo più di 20 anni per andare a finire a Pordenone, cittadina assolutamente anonima e provinciale.

Per farla breve molliamo tutto, casa, scatoloni e sacchi di rumenta, e andiamo in centro.

Piazza Duomo la sera è incantevole, magica.

L’idea era mangiare qualcosa all’ultimo piano della Rinascente, cavolo che roba che è.

Le cose ma soprattutto i prezzi.

Quello che viene in mente sono le famiglie intere che vanno a mangiare alla Caritas perchè non arrivano a fine mese.

E lì vedi gente, tanta gente, che si sputtana centinaia di euro per delle (bellissime ??) cazzate.

Io mi chiederei: chi si compra una bottiglietta di Aceto Balsamico da 100 ml e la paga 119 euro ??

Chi ? Mia cugina… ne ha 2.

12 euro di una scatolina di biscotti, 85 euro di 2 litri di olio, 14 euro di 100 gr di sale aromatizzato in confezioni (di pura plastica) colorate a forma di uovo.

Lei ne ha prese 5 diverse.

Mi perdo, la mia testa si rifiuta di memorizzare (e se è per questo anche di accettare..)

E mi viene la nausea: questo è il Food Market della Rinascente, 7° piano, Piazza Duomo, Milano.

(ho scoperto che c’è anche a Padova… http://www.rinascente.it/rinascente/it/foodmarket/ )

Poi cena in un Bistrot poco lontano, con il retro del Duomo sullo sfondo.

Cena, si fa per dire.

2 panini, 2 birre e una fetta di cheesecake metà per uno… 52 euro

Poi cinema (erano almeno 15 anni che non andavo al cinema) e ritorno a casa in taxi.

Non senza fermarsi a vedere le vetrine dei negozi di firma sparsi tutto intorno, provo a ricordarmi i nomi ma col cavolo.

E che ne so io, sono una persona normale, non faccio parte di quel tipo di zoo.

E a proposito di zoo, il negozietto di articoli per cagnolini, con il bancone a forma di osso e collari, guinzagli, cappottini, accessori per toilette.

Prezzi NON esposti, naturalmente, se no la mia nausea poteva avere conseguenze spiacevoli per il decoro della piazza.

Bella serata, esperienza innegabilmente interessante, credo che mancasse alla mia vita la visita a un acquario di quel tipo.

Ma sono così felice di non farne parte, assolutamente si… lungi da me.

Beh poi la settimana è finita, ieri una corsa a Vigevano per parlare col mio medico, un salto da te al lavoro, spero che non ti sia dispiaciuto, il viaggio di ritorno col navigatore che si è inventato strade nuove.

Mi sono ritrovata persa in mezzo alla campagna modenese con buio pesto e tratti di nebbia senza avere la minima idea di dov’ero, alle 9 di sera.

Ma alla fine a casa ci sono arrivata, esausta e affamata, ero in giro da 11 ore.

Una settimana a Milano, oddio, 6 giorni e pure scarsi.

Ma mi ci voleva, mi ha caricato, sono pronta a tirarmi su le maniche e ripartire

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