Qui tutto procede col ritmo del lavoro, dopo un po’ che sei qui ti rendi conto che non smetti mai di lavorare, 24/24 365 giorni all’anno.
Vivi in una casa dell’ azienda, le persone con cui la condividi e quelle con cui esci sono colleghi di lavoro, il mondo esterno ti passa vicino, ti sfiora ma non ti tocca, sei in una specie di bolla che ti Isola dal resto del mondo e della tua vita passata.
Il qui e adesso, quasi senza ieri e senza domani.
In effetti a volte non mi sembra neanche di vivere all’estero, lontana 2500 km da dove sono nata, a volte mi stupisco di uscire di casa e sentire voci in una lingua che dopo più di un anno ancora non capisco.
Quando ogni tanto arriva qualcuno di nuovo è come se uno dei tasselli del puzzle cambiasse ma in poco tempo tutto torna uguale a se stesso.
E se ti aggrappi troppo a questa realtà finisci solo per soffrire perché ogni tanto qualcuno se ne va e lascia un vuoto che dovrai trovare il modo di riempire.
Emilio se n’è andato 2 giorni fa, Diego se ne andrà fra una settimana, ma come loro altri prima di loro, Gianpaolo, Antonio, volti e voci che hanno fatto da comparsa per un po’ e poi hanno preso una strada diversa.
Comincio a diventare insofferente, sono stanca di avere intorno solo cose vuote, gente che si lamenta di tutto, piccole fazioni fra cui doversi bilanciare per non rischiare di dover decidere da che parte stare.
E finire per non stare da nessuna parte perché in questo caso non scegliere è la cosa migliore.
Solo che questo ti isola e finisci per ritrovarti sola come sempre.
Torna in mente la storia della solitudine del secondo tipo, te la ricordi?
Essere soli in mezzo alla gente e scegliere la solitudine con se stessi per compensare.
È anche questo uno dei motivi per cui non vedo l’ora di andare via, mancano 4 giorni ormai, ma sono lunghi e lenti a passare.
So bene che i pochi giorni che starò via non risolveranno il problema, che al mio ritorno tutto sarà uguale, ma mi serve un po’ d’aria diversa, un orizzonte diverso da guardare anche solo per un po’.
Un modo per smettere di lavorare, solo per un po’.