Italian Embassy Tour

Oggi sono tornata in Ambasciata x ritirare la carta d’identità che era scaduta.
È stato un tour durato un paio di mesi, dal 4 aprile che mi ero presa un giorno di ferie per fare questa operazione complicata, la stessa che in Italia mi avrebbe preso mezz’ora in un qualsiasi comune.
Ho già raccontato la mia prima visita in ambasciata, a suo tempo, qui.

(Ti ricordi? “scusi lei è iscritta all’AIRE?”)

Dopo quella prima fase ho fatto quello che mi era stato indicato e ho spedito tutto il necessario il 6 aprile.

Da allora l’attesa, prolungata anche dal fatto che non è che potevo prendermi ancora ferie solo per tornare lì.

A metà maggio ho ricevuto la mail che mi confermava che il mio documento era pronto e diceva di fissare un appuntamento per il ritiro.
L’ho preso per stamattina alle 9,30 e confermato (pena annullamento) una decina di giorni fa.
E stamattina alle 9 ero davanti all’ambasciata.

A parte lo strano uso di ricevere la gente fuori dal portone, in strada, ho fatto presto.
Alle 9 e un quarto sempre lo stesso usciere dell’altra volta mi ha fatto entrare, 2 minuti di attesa e poi allo sportello.

In che film abbiamo tutti visto quella scena?
Molti di fantozziana memoria.
O forse Benigni o Troisi.

L’omino si alza dalla scrivania (proprio un omino, sulla sessantina, con l’evidente unico scopo di far arrivare sera velocemente), con calma viene allo sportello, prende il mio documento vecchio, ci dà un’occhiata, torna alla scrivania a vedere non so cosa, va lentamente (per carità) verso la cassettiera dei documenti, apre un cassetto, lo chiude, ne apre un altro, fruga un po’, vedo dallo sportello la mia (orribile) foto, prende il pacchettino e torna alla scrivania.
Leggere questa descrizione non rende l’idea, immaginate tutto questo mooolto rallentato, una specie di moviola.

Al computer scrive qualcosa poi torna allo sportello e mi da da firmare la Carta d’Identità e i 2 allegati muniti di foto.
Poi va sul retro e quasi subito torna con un paio di fotocopie in mano.
La Carta d’identità gli cade ma sembra che non se ne accorga. 
Torna alla scrivania, appoggia i 2 allegati e sempre alla stessa velocità torna allo sportello, raccoglie la CI da terra e me la porge.

Gli chiedo se vuole indietro quella vecchia, scaduta, e lui fa un gesto con la mano come per dire “per me puoi anche dargli fuoco, non la voglio”.

In tutto questo non ha detto una singola, solitaria parola.
Potrebbe essere muto, per quello che ne so.
Lo saluto, dico obrigada, ma lui già non mi vede più, sta già alla sua scrivania con lo sguardo fisso al monitor, chissà cosa vedeva…

Il tutto è durato una decina di minuti di assoluto silenzio e velato stupore da parte mia.
All’uscita mi chiedevo che capacità straordinarie siano necessarie per fare quel lavoro, mi immaginavo concorsi affollati con migliaia di candidati, una ferrea e spietata selezione per arrivare all’unico genio in grado di eseguire quei compiti vitali per il benessere della nostra Patria e dei suoi poveri cittadini emigrati all’estero.

In effetti mi chiedevo anche che stipendio arriva alla fine del mese nel conto di quel personaggio.
E il livello di stress che può accumulare, poverino, per espletare le sue mansioni.
Per ben 3 ore al giorno, 4 giorni alla settimana.

Sicuramente più alto del mio (lo stress ma, secondo me, anche lo stipendio) che parlo al telefono con la gente per 40 ore alla settimana fino a sentirmi le orecchie spiaccicate dalla cuffia e la testa che mi scoppia, per 700€ al mese.

A parte questo una piccola informazione riguardo alla Carta d’Identità che mi è stata data.

Non è vero, come pensavo, che viene emessa dal Comune di residenza in Italia (pensavo che il tempo necessario dipendesse da quello) ma viene emessa direttamente dall’Ambasciata, con l’indirizzo di residenza a Lisbona scritto a macchina (magari proprio dall’omino di prima, o da un suo simile), l’indicazione del comune di iscrizione AIRE e neanche la bustina di plastica, scadenza dopo 10 anni e rotti il giorno del compleanno (la mia scade nel 2030, mi hanno regalato 8 mesi di validità in più).

Regolarsi, a chi può interessare, se solo volessero potrebbero darla in un paio di giorni.

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