Estoril

Oggi ho voluto muovermi come da un po’ di tempo non faccio, andare in uno dei mille posti che ci sono a Lisbona e dintorni.

E volevo vedere l’oceano, è da parecchio che non lo vedo.

Insomma, guardando Google Maps ho deciso per Estoril.

Non troppo da camminare, una passeggiata in riva al mare, magari un caffè in un posto tranquillo.

Tanto per cominciare il treno è strapieno, una marea di turisti, si sente parlare soprattutto inglese e tedesco, ben pochi portoghesi.

Oggi è festa in Portogallo, non ho idea di che festa sia, per cui niente pendolari.

Per me è perfetto.

Ho dettato qualche impressione durante la mia passeggiata sul lungomare:

Si, il posto è niente male, proprio carino direi.

La prima impressione scendendo dal treno (che ormai era quasi vuoto, molti sono scesi nelle varie spiaggie più conosciute lungo il percorso, Santo Amaro, Carcavelos) è l’odore del mare.

Il salso, le alghe, odore di pesce e acqua ferma, poi scopro il perché, c’è bassa marea per cui si sono formate delle piscine dove l’acqua è abbastanza bassa, va bene per i bambini.

In effetti non c’è tantissima gente, si, passeggiate, gente che porta a spasso il cane, famiglie col passeggino, parecchi turisti ma anche parecchi portoghesi che a quanto pare passano così il giorno festivo.

Un po’ di gente c’è intorno ai vari bar e ristoranti, d’altra parte è ora di pranzo, ma non certo affollamento.

Poca gente anche in spiaggia, il sole va e viene (più spesso va’) per cui poca abbronzatura direi.

Da quello che ho capito c’è una strada pedonale (e ciclabile) che parte da Cascais, passa di qua e prosegue seguendo la costa da una spiaggia all’altra, passando fra paesi, qualche fortezza, un castello, come questo di Estoril (Forte da Cruz), non so andando avanti dove si arrivi, ma è bella, ben tenuta, pulita.

Che altro dire…

Il ragazzino cinese che fermava le persone per la strada “are you portugues?” e quando ho detto “I’m italian” lui ha risposto “I’m from China!!!”.

Gli ho risposto “Welcome in Europe!”

I due ragazzi neri col cane che correvano, il povero cane (taglia media, razza indefinibile) aveva attaccata alla schiena una specie di radio che sparava musica a palla, tum tum tum, voleva fermarsi e tirava il guinzaglio e il ragazzo che lo teneva gli dava dei gran strattoni per farlo continuare a correre.

La signora tutta tirata, sulla cinquantina, già tutta abbronzata, che in teoria passeggiava col suo bassotto insieme ad una ragazza.
Immagina la scena, il cane ad un certo punto decide di fermarsi e non voleva più muoversi, lei lo tira col guinzaglio e lui lì fermo, lei va avanti di una decina di metri e lui fermo, lei si gira e lo chiama “anda, anda” e lui niente, inchiodato in mezzo alla strada.

Alla fine la ragazza è tornata indietro e lo ha preso in braccio, lui bloccato come un peluche, pareva finto.

Senza volerlo l’ho perfino fotografata 😀

E poi… basta, ho fatto un paio di km, fra andata e ritorno, ripreso il treno (manco il tempo di vedere l’orario che eccolo che arriva), Cais, Metro, casa.

In tutto sono stata via circa 3 ore, naturalmente ero cotta quando sono arrivata a casa (neanche il caffè in riva al mare), ho mangiato qualcosa e mi sono addormentata!

Ma va bene, si può fare, certo che si può fare.

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