Emozioni e formaggi

Emozione è l’attesa, contare i giorni e le ore per fare arrivare quel momento che aspettavi, con l’illusione che arrivi un po’prima, forse, perché sembra sempre che il tempo non passi mai!

Emozione è il momento di partire, la valigia pronta e come al solito il pensiero di portare qualcosa che lasci un piccolo segno, che faccia pensare “questo me lo ha portato la mamma (o la nonna) quando è venuta per il compleanno di Leone”.

E non trovare niente, non avere idee, finire per portare una provola che arriva da Napoli (passando per Lisbona) e di cui resterà ben poco, non certo un ricordo che durerà nel futuro.

Ma che magari sarà apprezzata lo stesso, solo in modo diverso.

Emozioni sono anche altre piccole cose, la sorpresa a Leone:
Papà: “sai Leone che la nonna ha detto che viene?”
Leo: “oh sì? E quando?”
Io (uscendo da dietro la porta dove mi ero nascosta): “Adesso va bene?”
E il bimbo che lancia un urlo e poi corre ad abbracciarmi, felicissimo, che non avrei voluto più lasciarlo andare…

Emozione è fare le solite cose quando vengo, la cena dal cinese, i compiti da fare, accompagnare Leone a batteria, la spesa delle cose da portarmi via (o come stavolta da mettere nel pacco da mandare a casa).

E l’emozione sono i saluti, quando il cucciolo esce di casa per andare a scuola sapendo che al ritorno sarò già partita e, come al solito, si chiude, come non voler ammettere neanche con se stesso che gli dispiace che la nonna vada via, si mette in un angolino con la testa bassa e senza guardarti e annuisce quando gli dico “Hey, dai che ci vediamo presto, febbraio arriva in fretta…”

È l’ultimo abbraccio a mio figlio, che vorrei stringere più forte, prima di salire in macchina per l’aeroporto, la consapevolezza del fatto che dopotutto non posso fare nient’altro per lui e la sua vita.

È il viaggio, le due o tre ore in autostrada, con la mente ancora indietro e nello stesso tempo già avanti a pensare all’arrivo, al lavoro che ricomincia, ai prossimi mesi prima di rivedere la mia famiglia e i pezzi di cuore che lascio qui con loro.

Emozioni

Il tramonto sulla linea dei colli con mille tonalità rosa e arancio nel cielo limpido.

Gli alberi e le strade addobbati di luci colorate e brilliccicose in Prato, la mia città sotto Natale.
E la cioccolata con la panna da Pancera, coi miei ragazzi.

Il velo di brina sul tetto delle macchine e sui campi intorno

Le cime delle montagne innevate nell’aria tersa del mattino.

L’ autostrada con fila continua di camion sulla corsia di destra, è una guerra percorrere quei 160 Km.

La colazione in autogrill, cappuccino e brioche con la crema, perché in Portogallo non li sanno fare così?

Formaggi si e formaggi no, non si possono mettere il mascarpone e lo stracchino nel bagaglio a mano, non lo sapevi?
e alla fine niente Montasio, dimenticato in frigo… che testa che ho.

Emozione è anche restare per ore in attesa in aeroporto, constatare che fra tutti gli aeroporti dove sono passata in questi anni è quello che sembra il meglio organizzato, passaggi per arrivare dappertutto, aree fumatori, accessi ai Gates, voci che parlano dagli altoparlanti nella mia lingua, che strano che è per una come me che vive lontano, basta questo per sentirsi a casa e per sentire che quella che chiamo “casa” non lo sarà mai davvero, neanche dopo mille anni.

Ma nello stesso tempo emozione è il pensiero di tornare a quella casa, a quel mondo che ormai è il mio mondo, ai punti di riferimento ormai quotidiani da troppo tempo.

Un viaggio nelle emozioni questi cinque giorni.

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