E il tempo passa

Se avessi un affezionato lettore di quello che scrivo in questo blog sono certa che in questo momento alzerebbe gli occhi al cielo e penserebbe: Ancora, che palle.

Perchè alla fine quello di cui scrivo è quasi un tema unico, il tempo.

Si, perchè il tempo è importante… e bastardo.

Cancella i ricordi e si porta via piano piano i dolori ma anche quel poco di bello che la vita ti ha dato.

Ti lascia qualche flash qui e là ma poi è sempre lui quello che comanda.

Guarda, i giorni passano, e i mesi e gli anni ma noi siamo qui a vivere un giorno alla volta senza quasi accorgerci che ci stiamo consumando.

Poi uno di quei giorni capita che ti guardi allo specchio e pensi: ma quella chi cazzo è?
Non la conosco, dove è finita quella che mi ricordavo?

Vedi quella faccia piena di rughe, il corpo deformato con la pancia e le tette cascanti, i capelli che sembrano spinaci, ormai di 3 colori diversi, un sorriso che è una smorfia.

Non la voglio, quella lì, non mi piace.. non che prima mi piacesse poi così tanto quella che ero ma era una cosa decente, adesso è…

Cosa sono diventata?

E allora ti guardi indietro, tanto per cambiare, e piano piano tornano le immagini e le emozioni, e la vita che hai sulle spalle ti affonda gli artigli e il becco e ti fa sanguinare.

Quante ferite e cicatrici ho ormai su queste magre spalle.
Vecchie e nuove, a volte quasi sparite, altre che si riaprono e fanno male come nel primo istante.

Oggi… beh sì oggi mi sono svegliata pensando al tempo e a quelle ferite.

Oggi che sono 7 anni che la mamma se n’è andata lasciandomi una delle ferite più profonde.

E se OneDrive sparge sale su quelle ferite, mostrando le foto di tanti ieri sempre più lontani, quell’8 agosto del 2013 non ha bisogno di foto, è e resta impresso nella mia anima come un tatuaggio che non sarà mai possibile coprire.

In fondo è di questo che volevo scrivere, ripensando a lei e a quei giorni maledetti, come spesso mi capita ultimamente.

Il tempo passa, mamma, la tua Sisi ha adesso la stessa età che avevi quando ti sei risposata e allora io, pur non più bambina, ti vedevo già così vecchia.

Si perdono come miseri freddi numeri gli anni che avresti adesso, quelli a cui non arriverai mai.

Contano solo quelli da quando non ci sei più.
E mi manchi, sai?

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2 commenti

    1. Un abbraccio forte anche a te, come dicevo il tempo passa ma certe cose restano, pur se velate dalla nebbia dei ricordi.
      E sono passati davvero parecchi anni da allora, vero Henry?
      Era un’altra vita…

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