una specie di lavoro.. sempre in giro

Eh si, è un lavoro dopotutto, che mi porta a correre tutto il giorno.

Oggi non è neanche male, solo le cose di base.

Ieri e l’altro ieri sono state giornate lunghe e piene.

Beh, ti racconto cosa faccio ?

Dunque…

Lunedì (12 gennaio) alle 7,30 sono andata a svegliare Asia, bimba di 8 anni che sveglio la mattina, aiuto a vestirsi e prepararsi per la scuola, le faccio fare colazione e poi si parte.

Sarebbe meglio non dopo le 8 meno 5 se no il traffico diventa un intasamento unico e non si fa in tempo ad arrivare in orario.

Ovviamente il primo giorno siamo partite poco dopo le 8 e abbiamo trovato un mondo di mamme e papà che portavano i bimbi alle varie scuole, vigili che fermavano il traffico, rotonde intasate..

Insomma tutto l’assortimento !

Ma siamo arrivate a scuola alle 8,19, giusto in tempo per la prima campana.

Sono tornata a casa e alle 10 ho accompagnato la zia Ada, una vecchietta vicina di casa, a una visita medica.

Ha un aneurisma all’aorta e doveva sapere, dopo una serie di esami, se deve operarsi.

Non buone notizie, il cardiochirurgo le ha detto che l’operazione va fatta e anche in fretta, entro una ventina di giorni.

Povera zia Ada, si può immaginare come stava, era molto abbattuta, io e suo figlio abbiamo cercato di farle vedere i lati positivi, di confortarla per quanto possibile ma lei ha molta paura, più che comprensibile direi.

Sono tornata a casa dopo le 13, ho mangiato qualcosa e poi ho accompagnato Cetta, altra vicina di casa e nonna di Asia, a fare delle terapie per un piede che si è fratturata un paio di mesi fa.

Poi… dai cinesi per prendere un paio di cose, a fare metano alla Panda, da mio figlio a farmi pulire il pc  e a riprendere Cetta e portarla a casa.

Ieri, 13 gennaio.

Asia a scuola giusta giusta, perché non trovava le calze e poi non trovava il giubbino.

Poi Cetta in negozio in centro, poi la zia Ada a fare la spesa e da suo figlio.

Poi a prendere Cetta, pranzo al ristorante di sua figlia, poi a casa un’ora e poi di nuovo Cetta dal fisioterapista.

E poi a riprenderla, a prendere la bimba piccolina (Vittoria) al ristorante, a casa.

Poi di nuovo al ristorante a prendere una teglia di pasta al forno per cena, a mangiare a casa di Cetta.

La giornata è finita alle 22 quando sono crollata sul letto, sono riuscita a leggere una mezzora e quando mi si chiudevano gli occhi ho spento tutto e buonanotte.

Queste sono più o meno le mie giornate, e va bene eh, almeno do un senso ai giorni che passano uno dopo l’altro, almeno sono utile a qualcosa.

E mi danno anche qualche soldo così non devo chiederli a mia sorella.

Mia sorella poi è anche contenta, credo, a parte il fatto che credo che senta un po’ la mia mancanza ma almeno non sono più un peso per loro.

Qualche giorno fa era tornata alla carica parlando di un lavoro come badante vicino a casa sua.

Puoi immaginare il senso di nausea che mi era venuto, sia per il tipo di lavoro in sè (che credo sia l’ultima cosa che farò nella vita, se avrò la possibilità di scegliere) sia per il fatto di dover tornare lì,
sarebbe stato escludere per sempre ogni sogno di una vita altrove.

A maggior ragione quello che sto facendo adesso è il massimo che poteva capitarmi, in questo momento.

Sono davvero contenta anche perché in questo modo posso dare una mano ad Anna, fare un po’ di spesa ogni tanto, insomma contribuire il minimo indispensabile, scusa se è poco.

Dai.. le cose miglioreranno, crediamoci ok ?

Fra mezzora riprendo la macchina e torno in centro a prendere Cetta.

And so on, ormai è routine.

Ah… lunedì voglio fare una corsa a Venezia, ho un paio di cose da prendere… vedrai…

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