Come al solito faccio passare un po’ di tempo fra un post e l’altro.
Spesso – quasi sempre – è perchè non c’è molto che succede, i giorni si inseguono uno con l’altro in modo quasi identico, al punto che non mi ricordo più che giorno, o che mese è.
Ma a volte succede che di cose ce ne sono, e io che devo metabolizzare e ragionarci su prima di scrivere, non ho quasi il tempo di farlo perchè c’è qualcos’altro e poi altro ancora… e mi perdo qualche pezzo per strada.
Scrivere qui mi serve anche per mettere un po’ in ordine i ricordi (lo so, lo so, l’ho già detto altre volte), e allora dai, proviamo a mettere al loro posto i pezzi di questa scacchiera!
Sintra
E’ una storia che sembra infinita, fatta di attese e burocrazia portoghese, che non ha niente da invidiare a quella italiana, la storia della patente che sta scadendo, per la precisione scadrà il 24 aprile.
Avevo raccontato dell’avventura all’IMT e della gentile impiegata che si è rifiutata di parlarmi in inglese, dicendomi di prendere appuntamento per il prossimo step.
La data dell’appuntamento è arrivata, il 5 aprile, ore 14:30 a Sintra.
E io da brava cittadina (di chissà dove) ho preso il mio bel treno e sono andata a Sintra, parecchio in anticipo, come di solito faccio, pensando anche di fare un giretto per la cittadina.
Vabbè, i miei pensieri sui giretti poi si scontrano con la realtà (e con la mia pigrizia, diciamolo), per cui arrivata a Sintra verso mezzogiorno tutto quello che ho fatto è stato arrancare su e giù per le stradine superaffollate di turisti, evitando i Tuc Tuc che ti abbordano ad ogni angolo, col male alle gambe che ho sempre da un po’.
Senza però allontanarmi troppo dall’ufficio dove dovevo andare, consapevole che per ogni discesa poi ci sarebbe stata una salita e a Sintra di salite ce ne sono per tutti i gusti.
Mi sono fermata in un bar, un caffè e un brownie, un po’ di attesa e sulle 2 ero alla Loja do Cidadao.
Quasi inutile dirlo: “mi spiace ma non posso fare niente, deve andare all’IMT a Lisbona” (ovviamente in portoghese, il tizio non sapeva una parola d’inglese).
Ma va’?
Insomma, per farla breve ho fatto un giretto a Sintra, fatto qualche foto, preso un paio di calamite e una maglietta per Leone (o per Vale, vediamo a chi andrà bene), e sono tornata a casa.
E adesso che faccio???
Franceschina
Che faccio, che faccio… intanto ho provato a fare l’accesso al sito dell’IMT, e ci sono riuscita, si si, solo che poi al momento di fissare l’appuntamento non mi riconosceva i dati del documento, la sola risposta era: mandare una mail a fanculo.pt
E chi la sa scrivere una mail!!
Che faccio, che faccio… chiedo aiuto, ma a chi?
Detto per inciso, chiedere aiuto è una delle cose più difficili in assoluto per me, mi da veramente fastidio approfittare delle persone, preferisco sempre fare la strada più lunga e trovare il modo di arrangiarmi da sola.
Ma stavolta… chi può darmi una mano, che sappia il portoghese e nello stesso tempo capisca il mio problema (e soprattutto capisca quello che dico)?
Franci!
Non so come mai non ci avevo pensato prima ma mi è venuto come un flash, Franceschina era con me in Wish, fin dal primo giorno, è un tesoro di ragazza a cui voglio un bene dell’anima anche se non ci vediamo mai, amica di Eli e Valentina, ovviamente, che un paio di anni fa si è laureata all’Università di Lisbona, ha lasciato TP e si è messa a tenere corsi di portoghese online.
Chi meglio di lei?
Così le ho scritto su Whatsapp.
Accidenti come era contenta, sai quando trovi qualcuno che è così evidentemente felice di vederti che ti viene un groppo in gola (magari non lo sai…), mi ha commosso e mi commuovo ancora solo scrivendolo.
Ci siamo sentite, abbiamo chiacchierato mezzora, le ho spiegato il mio problema e, ma dai?, anche lei ha la patente scaduta da rinnovare.
Solo che lei ancora non ha fatto la residenza permanente in PT, perchè non è mai riuscita a prendere l’appuntamento al SEF.
Però ovviamente, si si dai che così ci vediamo, si si nessun problema vengo con te, si si certo che ti aiuto, si si io sono libera di gestire il mio tempo… insomma meglio di così non poteva essere 😀
E ciliegina sulla torta, dopo aver parlato con me ha provato di nuovo a prendere appuntamento al SEF… mi scrive dopo 10 minuti dicendo: ma mi porti fortuna?
ho preso appuntamento a Cascais il 18 aprile per fare tutto!
Ci siamo viste a Saldanha mercoledì scorso, il 12 aprile, che bello rivederla, è uno scricciolo di ragazza di una simpatia unica, ci siamo abbracciate e mi è sembrato di ritrovare un pezzo della mia famiglia di Lisbona, ma perchè sono così stronza da lasciar scappare le persone a cui voglio bene?
La patente?
Ma guarda un po’, sedute ad un chioschetto a Saldanha ho provato col telefono a tornare al sito dell’IMT e sono riuscita a prendere l’appuntamento, il 15 maggio 🙂
E martedì prossimo, il 18 aprile, andremo insieme a Cascais (ho 2 giorni di ferie), una giornata fuori io e lei, pranziamo lì, magari davanti all’oceano, chi lo sa, e lei risolve il problema della residenza.
Delle volte le cose sembrano succedere da sole, come pezzi di un puzzle che si compongono animati di vita propria e vanno al loro posto.
Delle volte eh, magari dando una spintarella qui e là, ma succede 🙂
… e il resto
Pasqua 2023
Non che dopo tutto me ne freghi un granchè, solo a “fini statistici”, metti che fra 35 anni mi venga in mente e mi dovessi chiedere: che ho fatto a Pasqua del 2023?
E qui rispondo volentieri: non ho fatto un cazzo!
A parte forse fare colazione col Pandoro, il che mi è sembrato una bella ironia.
Era una domenica come tante altre, ho lavorato da casa come in tutti i weekend, avevo chiesto a Valentino di prendere un uovo per Leone e il lunedì di Pasquetta ci siamo visti in video chiamata e mi hanno fatto vedere che Leo rompeva l’uovo e si mangiavano la cioccolata.
Pasqua: se non esistesse non mi cambierebbe la vita, a parte i 2 giorni di compensation day (Good Friday & Easter) che fanno sempre comodo.
Solo qualche reminescenza, la Pasqua durante il lockdown nel 2020 (o era il 2021?) che è arrivata e passata e nessuno se n’è accorto, e un vecchissimo ricordo di quando ero bambina/ragazzina, quando nelle sere della settimana santa in TV facevano vedere solo la Via Crucis e i programmi finivano alle 9 di sera o giù di lì.
Come se la TV in bianco e nero non mettesse abbastanza tristezza di per sè.
Buona Pasqua.
Che altro?
ah si abbiamo di nuovo le pulci in casa, io ho di nuovo i piedi pieni di pizzichi, stiamo di nuovo riempiendo casa di insetticida vari, tutto come un paio di anni fa.
E abbiamo ordinato la vaporella, vediamo se almeno facciamo crepare un po’ di quelle bestiacce annidate nelle fessure del pavimento (o dovunque abbiano messo su casa).
Pazienza… ma come mi manca non avere casa tutta mia.
Ah ho iniziato a tornare a casa a piedi dal lavoro, non tutti i giorni ma almeno una volta alla settimana.
Adesso viene buio sempre più tardi e, a meno che non ci sia quel venticello che ti taglia in due, è bello camminare piano piano per i viali della città.
Succede, specie al venerdì sera le corse dei bus sono più diradate e più di una volta sono arrivata alla fermata, che già è a un km dal lavoro, per vedere che mancavano 20/25 minuti al 755.
E allora… la settimana scorsa ho pensato: ok arrivo alla prossima fermata, e poi alla prossima, e poi mancavano ancora 15 minuti, un passettino dietro l’altro sono arrivata a casa.
Altrimenti dall’altra parte scendo fino a Entrecampos, faccio un po’ di spesa al Lidl e poi piano piano a casa.
Ci metto mezzora, 40 minuti, ma chissenefrega, col mio orario non devo alzarmi presto e se mi stanco un po’ poi dormo meglio.
Mi piace 🙂
E poi visto che da qua non me ne andrò tanto presto almeno cerco di prendere il buono, dove c’è.