Si, c’è qualcosa di sbagliato.
Sono un insieme di cose, piccole e meno piccole, che prese una a una sono quasi banali, sicuramente affrontabili razionalmente.
Ma che si accumulano una sull’altra diventando montagne da scalare.
Qualcosa decisamente non va.
Ieri avevo mille pensieri, ricordi e rimpianti.
Pensavo a mio figlio e al suo bimbo che non posso decidere di andare a trovare.
Qui sono come legata, dipendo in tutto e per tutto dalle persone che mi stanno intorno, come una specie di prigione senza sbarre ma che lo stesso sbarra tutte le porte.
Pensavo ai sogni e ai discorsi fatti con Klara, alle possibilità di andarla a trovare, di prendere un aereo o di partire col Cincent sapendo benissimo che sono cose che probabilmente non avverranno mai, mai più.
Pensavo all’assegno di disoccupazione ogni mese più piccolo, alla bolletta dell’ENEL ancora da pagare, a quella del gas che deve arrivare insieme a quella del telefono, alla revisione della macchina e all’assicurazione scaduta da un anno e mezzo, a quante cose devo far stare dentro a quei 500 euro e che ovviamente non ci staranno.
Pensavo alla sempre più difficile e apparentemente inutile ricerca di lavoro, io continuo a provare ma le possibilità sembrano sempre meno e io mi sento sempre più vecchia ed inadeguata e senza speranze.
.. cosa devo fare ?
.. cos’altro posso fare ?
Non lo so, ormai da tanto tempo la risposta è sempre la stessa… non lo so.
Pensavo alla mia stanchezza, alle lacrime che ormai scendono da sole e non cerco più di fermare.
Pensavo alla mia Piccola, persa e sola chissà dove, fantasticavo di poter andare lì e chiamarla e sognavo di vederla arrivare e di riabbracciarla.
Pensavo a te, al bisogno che ho di te e a quanto questo bisogno è sbagliato e negativo.
Ma sentivo l’assenza di un tuo abbraccio quasi fisicamente, e avevo freddo.
E alla tua quasi freddezza nell’ultimo periodo, come se tu volessi allontanarmi a forza, rimettermi al mio posto.
Pensavo…
E’ in me che c’è qualcosa di sbagliato.