Saia!

Il sabato è diventato il giorno del poltrimento assoluto.

Non che mi svegli più tardi degli altri giorni ma me la prendo comoda, bevo il caffè a letto, faccio i giochini o leggo il mio libro senza tenere d’occhio la sveglia.

Magari poi mi vesto, faccio una doccia e colazione, mi metto al pc a sistemare la posta, faccio la spesa online o apro perfino Facebook, insomma tutte le cose che non faccio quasi mai o solo di corsa con la testa da qualche altra parte.

E oggi pensavo che sono uscita l’ultima volta una decina di giorni fa, quando ero in ferie, per fare la spesa al Lidl.. ecco come mai ho il frigo vuoto.

Stavo leggendo a letto, sentendo la mia coinquilina che spignattava in cucina, e mi sono detta: Lu, è ora di uscire da qui!
Saia!

Voglia zero, il lockdown fa questo effetto, ma i miei piedi non si ricordano più di cosa vuol dire camminare, il mio culo si stupisce se non sta appoggiato a qualcosa!

E sono uscita, senza una meta, ho pensato che non avevo neanche soldi in tasca il che è una stronzata a pensarci bene, non uso mai i soldi e ho sempre la Carta col telefono, e poi sapevo bene che col lockdown perfino i supermercati di sabato e domenica chiudono alle 17.

E infatti.. il mondo è tutto chiuso da queste parti di sabato dopo le 5 di sera.

Mi sono immaginata che cosa avrei risposto se qualcuno mi avesse chiesto: com’è fuori?

La risposta a questa ipotetica domanda sarebbe: largo, bagnato, vuoto.

Largo rispetto ai confini della mia stanza, bagnato perchè sono 2 o 3 giorni che piove a tratti (e in effetti piovigginava), vuoto perchè io sono testardamente attaccata all’idea che di sabato pomeriggio ci sia il mondo in giro, ma non è così, non più ormai da quasi un anno.

Chi c’è in giro?

A parte il sior Pedro, immancabile come il sole che tramonta a ovest, lui è sempre in giro qui intorno (lo sto vedendo in strada dalla finestra anche in questo momento).

A quell’ora iniziavano ad arrivare i runner di Uber Eats, Glovo e Bolt Food e a raggrupparsi davanti ai vari Burger King, McDonald o pizzerie, coi loro contenitori cubici, sui mezzi più vari, dalle bici da corsa ai motorini o scooter, uno l’ho visto arrivare in macchina e scaricare la bici, un paio sui monopattini elettrici (le trotinettes).

Lungo la strada poca gente a piedi, una donna sulla mia età che ho incrociato mi ha parlato, in portoghese ovviamente, facendomi capire che come me si era mossa di casa per camminare un po’.

E per dire che è davvero tutto tutto chiuso beh, perfino i Bangla stavano chiudendo bottega, loro che sono aperti quasi 24/7.

E cosa mostrano le vetrine dei negozi chiusi?
ma guarda un po’, mascherine !
(anche se alla prima occhiata mi sembravano mutande..)

Alla fine sono rimasta fuori si e no un’ora, Google dice che ho fatto un paio di km, o poco più, e rientrando avevo voglia di raccontare sta grande avventura di lockdown di sabato pomeriggio a Lisbona.

Che ti devo dire, ci si deve accontentare…

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