Ritagli 2.. paradiso

Questa sera, parlando con te, mi hai fatto tornare con la mente ad un posto dove sono stata la scorsa estate.

Allora non ti conoscevo ma so con certezza che quello che ho chiamato Paradiso tu lo avresti visto con i miei stessi occhi, e provato le stesse mie sensazioni. Io e te siamo uguali…
Ne ho scritto ad un caro amico, avevo voglia/bisogno di condividere quei momenti con qualcuno che sapevo avrebbe capito.
E come allora voglio farlo ora, con te che qui ogni tanto leggi.. per questo riporto qui quella mail, per regalarti il mio paradiso di un giorno…
26/7/08
24 ore fa ero in paradiso
avevo guidato qualche ora superando una dopo l’altra le mete che mentalmente mi ero prefissata, andando avanti senza una ragione apparente… mi ero isolata dal mondo… spento il cellulare, sentivo il bisogno di essere davvero sola
non avevo fretta, non avevo obbiettivi da raggiungere.. semplicemente nn mi bastava essere dov’ero e andavo avanti.. una curva dopo l’altra, un angolo dopo l’altro
e mi ci sono trovata… inaspettatamente era lì…
non so cosa ci ho trovato di così speciale, in fondo… se ci penso razionalmente era una collina, una serie di prati scoscesi delimitati da boschetti o gruppi di quercie e noccioli o cespugli intricati… ma l’aria che si respirava era particolare… aveva il profumo della libertà..
quando sono scesa dalla macchina mi ha accolto il silenzio.. solo dopo ho sentito il fruscio del vento sull’erba e le cicale… e poi il grido dei falchi lontani…
e il mondo è sparito intorno a me… c’era solo il posto e il momento.. ed era tutto lì, nn serviva altro…
ho alzato gli occhi al cielo in cerca del falco che sentivo e dopo un po’ l’ho visto.
volteggiava in alto sullo sfondo del cielo al tramonto, illuminato di traverso dal sole che stava quasi per nascondersi dietro le creste
e dopo un po’ un altro.. e poi un altro ancora
e sono rimasta incantata a guardarli.. giravano planavano e si sollevavano… si incrociavano e poi si allontanavano senza separarsi mai del tutto..
poi uno si è gettato in picchiata .. e poi il secondo e poi l’ultimo… e sono spariti nello scuro delle montagne intorno.. per poi riapparire più lontani…
non so quanto sono stata lì a guardarli… ad un certo punto mi sono scrollata come se mi risvegliassi da un sogno.. e mi sono detta che dovevo muovermi da lì, che era ormai sera e dovevo trovare un posto per dormire…
sono risalita in macchina e sono ripartita.. ma la sensazione mi è rimasta dentro e non riuscivo a staccare la mente…
dopo pochi km mi sono fermata.. ho girato la macchina e sono tornata indietro…
e tutto mi sembrava quasi magia.. anche le cose più banali mi sussurravano all’orecchio la sensazione che il mondo che conoscevo fosse lontano migliaia di km, che il tempo si fosse fermato…
ero stupita e tutto mi stupiva…

fermarmi in un negozietto per strada e vedere la vetrina con le torte fatte in casa… uscire e aspettare di andare alla macchina perchè un ragazzo a cavallo passava in quel momento, e mi salutava con un sorriso… ripartire e vedere un furetto che attraversava la strada… e sono tornata lì, in cima al mondo, e loro erano lì.. con le loro grida riecheggiate appena nell’aria tersa..
ho portato la macchina in un punto appartato e sono andata a piedi un po’ più in alto.. e sono rimasta lì fino a quando il freddo non mi ha scosso dal mio stupito torpore..
ho dormito lì, in macchina, in quell’angolino di mondo dimenticato dove tutto il resto diventava senza importanza, come se facesse parte della vita di un’altra persona, come se io fossi un’altra persona..
la mattina dopo… questa mattina anche se mi sembra passata una vita, ho visto il resto… quello che non avevo realizzato la sera prima… le vallate, la cornice di montagne tutt’intorno in uno spettacolo mozzafiato, molto molto più sotto l’autostrada che ho fatto molte volte e da cui nemmeno si sospetta che esista qualcosa di così grande e bello e prezioso e così vicino… e in lontananza l’ultima delle montagne che nascondeva il mare…
mi sono resa conto che in un posto simile ho passato le estati della mia infanzia… quei prati e quei boschetti richiamavano in me la voce di mia madre e me stessa bambina che correva e rotolava sull’erba..
i falchi c’erano ancora, erano quattro questa mattina, e volavano in ampi cerchi prima vicini poi sempre più lontani, fino a sparire del tutto….
ho fatto qualche foto ma mai e poi mai, lo so, riusciranno a far capire guardandole la sensazione che provavo in quei momenti…
 
.. scopro solo ora che non ho più quelle foto… spero che bastino le mie parole di allora a richiamare quel paradiso…
Jta
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