Ho sempre detto che scrivere è il mio modo di sfogare emozioni e sensazioni, di mantenere vivi i ricordi, di definire momenti della mia vita in modo che in qualche modo restino e non finiscano nella nebbia del passato.
Per me è sempre stato così, dato che la mia memoria, specialmente a lungo termine (ma non solo), è una cosa piuttosto effimera e se ho qualcosa da ricordare, in contesti specifici o in generale, devo sempre coscientemente andare a scavare nel casino che ho quassù, nella mia testa dura.
E non sempre scavare porta a qualcosa.
Per cui scrivo, descrivo, definisco, filtro le cose che mi hanno dato sensazioni o emozioni dalle mille cazzate quotidiane.
Ultimamente non l’ho più fatto.
Eppure gli ultimi mesi sono stati densi, pieni.
Anzi, forse proprio per questo.
I due mesi in Italia dalla mia famiglia, preceduti dalla frustrante attesa, i momenti vissuti con loro in modo intenso, con nello stesso tempo il gusto del quotidiano e delle piccole abitudini acquisite e la sensazione di temporaneità, di qualcosa da sfruttare al meglio perché presto finirà.
E in questi due mesi, più le successive 3 settimane che sono passate dal mio ritorno, scrivere è stata una cosa che evitavo di fare, sia per scelta che per una specie di rifiuto istintivo.
Insomma non ne avevo voglia.
Tornare a scrivere è un’ulteriore cosa che mi fa rendere conto del fatto che è tutto finito e che sono tonata alla mia quotidiana normalità, quella degli ultimi 5 anni e mezzo.
Ed eccomi qua, con mille cose da raccontare per non dimenticare, perché non voglio che quel periodo sparisca, voglio, un domani (o dopodomani o fra anni, se ci sarò), rileggere e rivivere quei momenti, anche se piccoli e banali.
Ovviamente non scriverò tutto in questo post.
Raccontare 3 mesi densi di cose in una pagina sarebbe sminuirle e non servirebbe allo scopo.
Racconterò, metterò foto, ricorderò, rivivrò… e mi metterò il cuore in pace, chiudendo così quel capitolo ed andando avanti.
Per ora ecco qua, questa pagina serve a me per ripartire, serve a tutta la folla di gente che legge il mio blog (credo, forse, si e no 4 o 5 persone) a rispondere alla vitale, fondamentale domanda:
“ma questa qui è ancora viva?”
Mi spiace per voi ma sì, sono ancora qua !!