Obrigada, obrigadinha, Lisboa

Come dicevo in un post di qualche giorno fa sono molte le frasi e le idee che mi passano per la testa in questo periodo.

Lisbona ispira e genera pensieri e sensazioni, a volte riesco a tradurle in parole e a scriverle nel notes del telefono per poi metterle a posto al momento giusto.

Non se se questo è il momento giusto ma queste sono le cose che ho “salvato”, finora.

Capisci di essere invecchiato quando ti alzi per scendere dalla metro appena si chiudono le porte della fermata prima della tua.

Lisbona in dicembre sembra uno di quei posti chiusi in una palla di cristallo, il cielo è terso e sembra di vetro, altissimo.

Per la strada le foglie cadute fanno un tappeto in cui si affonda fino alle caviglie, ci sono alberi tutti ricoperti di piccole foglie tutte gialle.
E le rose in fiore.

Al sole fa quasi caldo ma appena ti sposti all’ombra il freddo ti entra nelle ossa.

Le strade si sono popolate di luci natalizie, il Natale si sente nell’aria quest’anno. 

Ho scoperto una cosa bellissima. 
Svegliarsi prestissimo, uscire di casa alle 6, camminare per le strade ancora buie e semideserte della città fino al lavoro, col vento quasi caldo e qualche goccia di pioggia, una cioccolata calda e una sigaretta. 

Sono tornata indietro di due anni, il mio primo giorno a Lisbona quando circa alla stessa ora mi sono persa a Saldanha senza sapere dove andare.
Adesso so dove sono e dove andare, dopo 2 anni questa parte della città è casa mia.

Frasi scombinate e scollegate, hanno un unico trait d’union.

Obrigada, obrigadinha, Lisboa

 

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