Milano, un ritorno per poco

prima 

Milano.

Ti è mai capitato di tornare in un posto dove hai vissuto, hai passato momenti belli e tristi e duri e felici, dove hai riposto speranze e illusioni, fatto progetti e sogni.

Per me Milano è questo e molto di più.

Tornare anche solo un giorno, anche con una scusa che non c’entra niente con la vita passata, è come tornare a casa, se non fisicamente col cuore.

Milano è stata il mio riscatto, la mia scelta, la mia voglia di rivincita, la mia vittoria.

È durata poco, pochi intensi anni in mezzo a troppi anni sulle spalle e sulle rughe del viso.

Ma è stata una cosa mia e solo mia, che nessuno è ancora riuscito a portarmi via.

So che quello che troverò sarà tutto diverso, so che mi sentirò un’ estranea in un mondo straniero ma non del tutto.

Ma quando scenderò da quel treno respirerò aria di casa, quando salirò sulla metro farò gesti fatti mille volte, quando camminerò per le grandi strade sarò nel mio mondo.

Che mi manca da morire..

dopo

Sai cosa vuol dire entrare in un bar e chiedere un marocchino ?
quasi dovunque non sanno cosa significa, qui invece si.

Ricordare i percorsi della metro e vedere che i 3 anni passati da quando sono via non sono riusciti a cancellare tutto.

L’Expo è stata una cosa assolutamente anonima, poteva essere in qualunque città, Milano era solo un concetto esterno.

Ma uscita da lì mi sono ritrovata immersa nella città.

La M1 rossa fino a Cordusio, il Castello con la fontana, i ricordi di 6 anni fa quando ci sono andata con Alessandro e la zia Maria Tina.

E lì mi sono ricordata che era proprio il suo compleanno (di Ale) e gli ho mandato gli auguri via whatsapp.

Poi ho fatto la turista, ho preso 2 cartoline, una per Klara e una per te.

Ti arriverà spero.

Avevo pensato di fotografare quello che ti ho scritto ma poi non l’ho fatto, le ho imbucate in fretta, forse inconsciamente avevo paura di cambiare idea

Ti ho scritto: “visto che sono qui non posso non farmi viva. Mi farebbe piacere sentirti ogni tanto, spero che stiate tutti bene. A presto, un bacio”

Ho fatto male ? non lo so e forse non lo saprò mai.

Poi sai cosa ho fatto ?

Ho mandato un mess a Enrico che da quando gli ho chiesto se poteva ospitarmi una notte non si è più fatto vedere neanche con un like su Facebook.

Avrà avuto problemi ma bastava se mi diceva semplicemente di no.

Cmq gli ho chiesto se aveva tempo/voglia di offrirmi un caffè e poi ho preso la metro gialla fino a p.le Lodi e sono andata al bar dove un paio di volte ci eravamo incontrati.

Se rispondeva ero già nella zona dove lavora ma comunque non ha risposto, avrà avuto problemi…

Ha sempre un sacco di problemi Enrico.

Non è importante dopotutto.

Metro conosciuta, uscita conosciuta, Chiara abitava a 200 metri da lì e per un po’ anch’io con lei.

Per un po’ quella zona è stata casa.

E poi mancavano ancora 2 ore al treno e ho pensato: mi porto avanti, salto qualche fermata di metro e mi vedo Milano.

Quando si abita in una città, specie se grande, non capita spesso di dire “vado in centro a piedi”, non c’è il tempo, ci sono sempre altre cose da fare.

Invece avevo tutto il tempo che volevo e da p.le Lodi sono arrivata a Porta Romana.

E poi Crocetta e Missori e la torre Velasca e Duomo…

e poi perchè no ? 

Piazza della Scala e via Manzoni, Montenapoleone e i bastioni di Porta Venezia, i giardini Indro Montanelli e Repubblica e Via Vittor Pisani e la Stazione Centrale.

Ho camminato un bel po’, Google Map dice 5,5 km, avevo i piedi che friggevano e le gambe pesanti come piombo ma, cavolo, Milano è stupenda, viva frenetica, rumorosa, affascinante, colorata, pazza.

Era l’ora dell’aperitivo e c’era in giro di tutto, gente tirata a lucido pronta per la serata, strafighe con gambe lunghissime che arrancavano su tacchi vertiginosi.

Ai bastioni di Porta Venezia c’erano 3 ragazzi a torso nudo su dei piedistalli, come delle statue, e la gente li fotografava (mi spiace che nella foto si veda poco), soprattutto i gay si godevano un mondo e si facevano fotografare vicino a quei fustacci.

Mi è venuto in mente Marcolino e cosa avrebbe detto lui e gli sorridevo al pensiero.

Si sentiva l’odore dei soldi che giravano e io coi miei piedi bollenti ero contenta di aver risparmiato un euro e mezzo di metro.

Ma va bene, mi sono goduta lo stesso ogni passo, ogni suono o immagine.

Milano è così, prendere o lasciare.

A volte mi chiedo perchè mi affascini tanto, Milano è l’esatto contrario del mio concetto di posto ideale.

Non so mai rispondere, mi attira come una calamita e io faccio il chiodino arrugginito e appena posso sogno di essere lì.

Ecco, è il sogno, il riscatto da quello che ho, è tutto quello che non ho, l’essere umano è sempre attirato da quello che non può avere, no ?

Non so se ci sarà un altro ritorno, Milano per me è sempre più lontana, così come lo sei tu, ma io non rinuncio a sperare, anche se non so neanche più bene in cosa spero…

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