Makko ritorna a casa

In questo momento, Makkolo, stai tornando a casa.

Una casa che non amavi, che non volevi, che avevi lasciato appena possibile, a cui tornavi per pochi giorni perchè dovevi.

Quando tornavi a quella casa, in treno, durante il lungo viaggio, spesso mi chiamavi, ti ricordi?

Ti immaginavo con cuffiette, portatile, cellulare, stravaccato sul sedile guardando fuori dal finestrino, pieno di sonno perché partivi la mattina prestissimo, con sempre poco tempo e cento cose da fare al tuo arrivo.

Il tuo babbo, il pranzo dalla zia o da tua sorella, la spiaggia, le vecchie amiche da ritrovare e con cui passare la serata.

E già pensavi al ritorno del giorno dopo e a quello che avevi lasciato indietro a Roma.

Non è così oggi.

Tante volte ti ho chiesto come mai non facevi il viaggio in macchina e mi dicevi che dopotutto preferivi il viaggio in treno.

Oggi, adesso, quella macchina ti sta riportando a casa.

Lontano da chi è stata la tua famiglia negli ultimi anni, da chi ti voleva bene, tal tuo mondo, tutto tuo, quello che ti eri creato da solo.

E quello che ti ha ucciso.

Buon viaggio tesoro mio.

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