Life is movin’

Tutto si muove, niente resta come vorremmo che restasse, si chiama evoluzione, crescita.
E a volte ne faremmo proprio a meno.

Scrivevo un paio di giorni fa, come al solito aspettando il tempo che passa nella pausa.

Ieri la prima avvisaglia di cambiamenti, taglio di persone e cambi di progetto proposti o forzati.
La bomba sembra che esploderà la settimana prossima quando ci metteranno di fronte alla scelta. Restate o volete cambiare?

E poi sarà una scelta per modo di dire, se troppi di noi vorranno restare sarà TP a scegliere.
Intanto si taglia, siamo 87 e dovremo restare una trentina.
Oggi sembra che gli ultimi arrivati non sceglieranno proprio niente, chi supera il mese di prova verrà sbattuto qui o là a seconda di dove serve.

E anche i supervisors diminuiranno, 3 sono troppi anche tenendo conto che Eli va via.
Quante cose sono cambiate da 3 anni e questa parte, qui.

Persone, procedure, posti. Capi e supervisors, modi di fare le cose e di rispondere, problemi da affrontare.
Sembra sempre uguale all’inizio ma è tutto molto diverso. E adesso cambierà ancora.

Quello che non mi aspettavo, che nessuno si aspettava, è l’evoluzione di tutto questo bel discorso.
Sembra ironia ma ho scritto “gli ultimi arrivati non sceglieranno proprio niente, chi supera il mese di prova verrà sbattuto qui o là a seconda di dove serve.”

E invece TP ha sorpreso tutti.
Gli ultimi arrivati avrebbero terminato il mese di prova fra 2 giorni ma oggi, senza preavviso, sono stati mandati a casa, tutti quanti.
13 ragazzi che avevamo cominciato a conoscere ed apprezzare, chi più chi meno, sono stati cacciati via con tante scuse e “la politica aziendale”.
13 persone che hanno puntato la loro vita su questo lavoro, che hanno lasciato casa e famiglie e si sono buttati su una scommessa, come tutti noi.
La cosa ha lasciato tutti senza parole, esterrefatti.

C’è chi ha pianto senza vergogna, c’è chi si è arrabbiato, c’era chi era disperato, come faccio a tornare a casa, non ho soldi neanche per il volo di ritorno.
Come dicevamo con Eli “con oggi abbiamo visto davvero tutto!”

E tutto è rimesso in discussione, nessuna sicurezza è più tale.
Se si deve tagliare il personale allora i primi che hanno il contratto che scade sono i primi della lista. Cioè io e Franceschina.
E’ questione di giorni, oggi o domani, se arriva un’email da TP sono fuori anch’io.
E ad ogni email che arriva io tremo.

Non bisognerebbe mai fare i conti senza l’oste.
Non si deve mai pensare di aver acchiappato il gatto prima di averlo nel sacco.
Insomma i vecchi proverbi si sprecano.
E se rileggo le mie stesse parole, scritte 3 mesi fa “oggi ho vinto!” mi viene la tremarella.

Pensare di aver tagliato un traguardo prima di vedere se si è arrivati davvero in fondo alla corsa.. no, non si può, non si deve.

Cerco di pensare positivo, se arrivasse quell’email cosa farei?
Tornare a casa, nel senso tornare in Italia, non è un’opzione, anche se l’ho presa in considerazione, solo per un attimo.
Tutti mi dicono che qui troverei un nuovo lavoro in 2 giorni, probabilmente è vero ma si porrebbe un bel problema: casa.

Avrei pochi giorni per mettermi alla ricerca di un posto decente che costi quello che posso permettermi, e non è molto.
Mi dispiacerebbe molto lasciare questa casa dove vivo da 3 anni ma quello è il meno.
Lo so che sono problemi a cui è inutile pensare in questo momento ma l’incertezza ti porta a pensare a tutto.

Insomma non lo so, non so più niente.

Rimuginare adesso per qualcosa che forse non si presenterà è una delle conseguenze di tutta l’angoscia che mi porto dentro da stamattina, da questi giorni così strani, frenetici ma vissuti come nuotando nella melassa, in un limbo di inevitabilità.

Mille scacchiere sovrapposte e la sensazione è quella di essere una piccola pedina, in un gioco talmente grande da non vederne i confini.

E di essere completamente, totalmente, inerme.

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