Ferragosto al cimitero

Ma non solo, dai.

L’idea di tornare al Cemitério dos Prazeres non è che mi andasse molto, al principio.

Non per la giornata, che sia Ferragosto o uno degli altri 364 giorni dell’anno non cambia un granché.

Era proprio l’idea di tornare lì, l’altra visita mi aveva lasciato con un po’ di angoscia che, come ho scritto, avevo mitigato solo andando poi al parco, la Tapada da Necessidades.

Invece alla fine sono contenta di esserci andata, un po’ perché ho sdrammatizzato le sensazioni dell’altra volta, un po’ perché vedere le cose insieme ad altre persone è diverso, sempre.

Ero con Chiara, Valentina e Fabrizio (due colleghe/amiche e il compagno di Vale).

E forse la giornata di sole e caldo, una delle poche davvero estive di quest’anno, forse anche la sensazione di festa e di fare qualcosa di diverso dai canoni di Ferragosto, decisamente diverso.

Ridacchio al pensiero, chi pensa di andare in un cimitero il giorno clou dell’estate?

Beh, noi.

Comunque, non è che siamo state tutto il giorno lì.

Un’oretta a girare nei viali, rivedere quelle cappelle di 150 anni fa con le bare in vista, i muri sgretolati e anneriti dal tempo, i vetri delle porticine a volte rotti, pochi fiori rinsecchiti, le statue dense di tristezza e ricordo.

Ma anche il panorama della città e del ponte XXV Aprile che si gode da lassù (molto trafficato, quasi intasato: volete andare al mare a Ferragosto? Beh, eccovi serviti!).

E poi via, verso il parco, i panini ad uno dei tavolini che sono sempre presenti nei parchi di Lisbona, ovviamente all’ombra, la rilassatezza e la tranquillità.

Chiara è un’anima in pena, non si è quasi mai fermata, mentre io Vale e Fabrizio stavamo stesi sull’erba a dormicchiare lei è andata in giro per il parco, impaziente di muoversi.

Poi il 773 che è un bus ma non lo è, praticamente poco più grande di un furgone per trasporto persone, fatto per poter girare nelle anguste viette acciottolate del centro di Lisbona, fino alla basilica e al Jardim da Estrela.

Mamma, ti ho messo una candelina, come ti avevo promesso.

E dopo un caffè, guardando oche e anitre che facevano il bagno nel laghetto, invasione di piccioni e piccoli passeri che quasi si facevano toccare e un minuscolo topolino che andava a bere.

Poi verso casa, con Chiara che ancora non era stanca di stare in giro (“cosa vado a fare a casa, chiusa dentro” … io che non vedevo l’ora di fermarmi ????)

Una bella giornata, questo Ferragosto 2019, soprattutto con la prospettiva di altri 4 giorni a casa dal lavoro (rientro il 20).

Chiara probabilmente impazzirebbe a questa prospettiva, siamo decisamente diverse ????, io ho in mente cinquemila cose da fare o anche solo dormire, perché no?

Comunque, raccontavo ai ragazzi di quando stavo in campagna, dei topi giganteschi che ci attraversavano il giardino, delle caprette (se Valentino leggerà qui si ricorderà di sicuro di Abramo) ma soprattutto di oche, anitre, germani, e di quella che io chiamavo “la danza delle oche” nel momento del bagno.

Ho messo un po’ di foto di allora in una pagina del mio Rewind, QUI, adesso è bello ricordare quei momenti.

Grazie ragazzi per la bella giornata.

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