Ho riletto quello che ho scritto ieri e, porca miseria, quanto ad autocommiserazione mica scherzo.
E anche a mattoni, ho partorito un figlio di 350 kg che mi viene la nausea solo a rivederlo.
Diciamo che l’ho presa larga? Ma si, diciamolo.
Ma anche adesso mica scherzo..
Tutto è partito dal caxx di Natale. Se in qualunque momento dell’anno mi chiedessi: cosa vuoi fare a Natale? ti risponderei senza esitazioni voglio stare da sola, a casa per conto mio.
Solo che poi, quando Natale arriva, per un motivo o per l’altro sono io la prima che in fondo in fondo vorrei il Natale come quello che si intende nel modo normale, e anche tradizionale, del termine: famiglia riunita, gente intorno, voglia di fare festa, di farsi scivolare addosso il peso dell’anno che finisce, voglia di sentirsi circondati di affetto.
Il fatto che manchi qualche ingrediente a questo minestrone beh, che discorsi, la vita mica si cristallizza uguale a se stessa, anzi, e allora “sostituire” la famiglia con chi hai intorno e ami e ti vuole bene non è un surrogato, è un diverso sentire il senso del Natale, altrettanto bello e profondo.
Il senso è lo stesso, e forse ne ha ancora di più nel mio caso, che è comune a quello di chi mi sta intorno. Siamo lontani da casa, qualunque cosa si intenda per casa, siamo lontani dalle nostre radici e dal significato che il Natale ha avuto nella nostra storia, a maggior ragione ricrearlo nel nostro piccolo mondo è importante.
E allora perché no?
Perché mi ostino a rifiutare e rinnegare questa voglia di vivere il Natale come-Dio-comanda e mi aggrappo invece ad altri Natali, quelli passati da sola davanti a un pc oppure forzati in momenti in cui l’aria si tagliava col coltello?
No, non devo, non ha senso.
Solo che lo capisco dopo aver rotto le uova e la frittata è fatta.
(uova? frittata? mica siamo a Pasqua…)
Uff quanto la faccio lunga.
Un mese fa si è detto, manco mi ricordo in che occasione: a Natale stiamo insieme.
Poi non se ne è più parlato, ci sono altre cose in ballo, soprattutto il lavoro, le cose che cambiano per strada, chi se ne va, chi arriva, una bella zuppa di fagioli che col Natale non ha molto a che fare.
Ma il Natale arriva, e quando arriva, arriva!
E quella frase buttata lì come per caso è stata intesa in modi diversi da chi era presente, per me non era un impegno, era un’idea buttata lì.
E io sono una stronza!
E a quanto pare quando voglio fare la stronza ci riesco molto bene, ma guarda lì.
E, diciamolo, sono anche un po’ tonta.
Come al solito, l’idea di qualcuno che voglia la mia presenza, specie nel caso di momenti così speciali, non mi passa neanche per la testa, che ci vuoi fare, non mi ci abituo, non la prendo sul serio, ammesso di pensarci.
Quel “qualcuno” che a suo tempo aveva buttato lì quella frase, invece, dava la cosa per scontata, la considerava come un impegno. Che io ho disatteso.
Sempre attaccata all’idea del “Natale a casa, da sola, davanti al pc”, quando Aurora ha detto che il 24 è il suo compleanno e che con la scusa del Natale non lo ha mai festeggiato, ho detto ok, allora quest’anno festeggiamo il tuo compleanno, e fanculo il Natale!
L’anno scorso eravamo con Roberta, una sua collega (mi pare che fosse Daniela), Valentina e Massi.
Roberta quest’anno è andata a casa dai suoi (è partita un paio d’ore fa), Vale e Massi non ci sono più ormai da quasi un anno, se anche si era creata una specie di “tradizione” (ammesso che in 2 anni si possa chiamare tale) i presupposti se ne sono già andati per conto loro.
Eli.. beh so che le piace fare festa, stare in mezzo a tanta gente, fare casino, musica, balli, giochi, ricchi-premi-e cotillions, insomma tutto quello che a me non piace mica tanto, e caxx ha ragione, io sono una vecchia orsa e ci sto come un fiore di campo in un mazzo di rose in tutto questo.
Porca miseria, c’ha 30 anni, che c’azzecca con me?
In più quando Carmela, altra collega, mi ha chiesto se volevo passare il Natale con loro (e davo per scontato che nel gruppo ci fosse anche Eli) ho detto che avevo già preso l’impegno per il compleanno di Aurora, che mi ha aiutato a chiamarmi fuori dal casino, musica, balli, giochi, ricchi-premi-e cotillions .
Mi sono resa conto di tutto l’ambaradan quando ne ho parlato con Eli pochi giorni fa e lei mi ha detto e quando pensavi di dirmelo?
E ancora di più un paio di sere fa a cena a casa mia quando mi sono resa conto di quanto ci era rimasta male. Ecco perché sono una stronza, e una stronza-tonta per di più.
E adesso?
Adesso potrei tirarmi indietro con i ragazzi e il compleanno, ovviamente, anche se mi dispiacerebbe dare una delusione anche a loro.
O posso lasciare le cose come stanno, Eli me la farà pagare per i prossimi 6 mesi e a Natale prossimo rigirerà il coltello nella piaga fino a sfinirmi, altrettanto ovviamente.
Ho anche guardato di noleggiare una macchina per un paio di giorni per scappare da qualche parte (scappare è sempre una delle opzioni che prendo in considerazione, vedi come sono stronza?), ma non mi pare il caso.
Senza contare che in questo periodo i prezzi sono alla follia, e chi li ha 230€ ?
Insomma, Luisa, hai fatto la frittata e mo’ te la magni!
Ah… Buon Natale!