Email: Ti racconto… e poi 4

Sent 24/12/12

Ciao.

In questi giorni sono in una specie di limbo, i primi passi della mia nuova vita sono fatti, il viaggio, le prime cose da sistemare, quelle che ancora sono da prendere e da smistare.

I pensieri si accavallano e si mischiano con una vita di tutti i giorni che almeno per il momento si sta delineando e sta prendendo il sapore della normalità, non tanto quella del momento in se’ ma quella che verrà dopo, quando qui abiterò sul serio.

Il fatto che ci sia Natale di mezzo poi rende tutto un po’ meno reale, sembra una specie di vacanza.

Per il momento mi sento ancora un ospite, pur essendoci piccole cose che dicono il contrario.

Non è la prima volta che sono qui per qualche giorno ma le altre volte tutto era provvisorio, a cominciare dalla mia camera “prestata” temporaneamente da mio cognato che normalmente la usava come camera-oscura/stanza del suo pc/angolo suo dove lavoricchiare e-o dormire,  insomma, era il posto dei cazzi suoi.. a cui adesso ha dovuto rinunciare.

Le piccole cose sono quasi impalpabili, imparare il posto delle cose in cucina, parcheggiare la macchina in giardino e lasciarci dentro il telecomando del cancello, assumersi il compito di lavare i piatti ad ogni pasto, tutto diventa indice di una routine da creare, di una convivenza da impostare piano piano.

Il fatto è che mi sembra di vagare nella nebbia, so dentro di me che devo fare piazza pulita di tutta la mia vita negli ultimi 4 anni e che devo ricominciare tutto da capo, ed è difficile.

è come se dovessi dimenticare tutti i punti di riferimento che mi ero creata, tutte le mie (poche) certezze e sicurezze.

E il mio cuore, la mia mente, la mia realtà non sono qui, per me casa è quella che sto lasciando, non certamente quella in cui sono.

Forse è normale questo, visto che sono qui da 3 giorni ma la sai la cosa strana qual’è?

Che non ho mai provato una cosa simile lasciando la città dove sono nata e vissuta per i primi 50 anni della mia vita, neanche per un istante, forse perchè lasciare quella è stata una mia scelta, mentre questa non lo è.

Mi manca l’accento sentendo parlare la gente, mi manca alzare gli occhi e vedere le montagne.

Tu e soprattutto la tua assenza non mi state aiutando molto.

Come vedi ho voglia di raccontarti, di farti conoscere questo mio nuovo mondo, nell’illusione di non perdere anche te, insieme al resto.

Anche se so che non puoi capire davvero, anche se è quasi inevitabile pensare che forse neanche ti interessa, visto che non chiedi mai niente.

E so e capisco molto bene la tua stanchezza, la tua voglia di fermarti e rilassarti e staccare, l’esasperazione per il pc con mille rogne diverse e la poca voglia (e il poco tempo) di sistemarle.

Senza parlare di casa, legna, famiglia, figli, gatti, lavoro e moglie armata di padella… è che (egoisticamente, me ne rendo conto) ho bisogno di te.

E poi, beh, a proposito di certezze e punti di riferimento, come faccio a non pensare:
4 tutti per te… e con te.

Perchè come hai detto una volta, Natale è anche la nostra festa (e io non me lo dimentico eh…).

Niente auguri, stavolta, solo, e come sempre, grazie 🙂

Spero di sentirti presto… un bacio, mr W.

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