Sono tornata a casa stanchissima, stasera.
Un po’ di tempo al pc per staccare dal resto del mondo e poi sono crollata nel letto.
Ma dopo poco meno di un’ora sono ancora qui.
Ho dormito e mi sono trovata immersa come in una piscina fatta di immagini dei giorni scorsi, delle ultime settimane.
Giorni che hanno come punto di riferimento gli orari di visita.. dalle 7 alle 8.30 per la colazione, da mezzogiorno alle 14 per il pranzo, dalle 18 per la cena.
E ogni giorno pesa come 3 giorni.
Il resto del tempo diventa un miscuglio di cose in sottofondo, dormire ogni sera in un letto diverso, in una casa diversa in cui riesci ben poco a sentirti a tuo agio, dormire a volte si e altre no, comunque non riposare mai.
La strada per andare o tornare fatta di rotonde infinite.
Autovelox, semafori che scattano sul rosso, code di auto, parcheggio ogni giorno diverso, a volte con un pizzico di fortuna, altre volte con lunghe distanze da fare a piedi.
Pranzi e cene fatti di panini o tranci di pizza fredda, caffè preso in bar sempre diversi o alle macchinette della sala d’aspetto dell’ospedale.
Le mail guardate al volo sul cellulare, con la batteria quasi sempre scarica.
Le cose che vorresti fare quando tornerai a casa, che si trasformano in una lista che non si riesce mai a finire, la preoccupazione costante da cui cerchi di scappare leggendo un libro e inevitabilmente devi sempre tornare indietro di qualche brano perché anche leggendo la testa va per conto suo e non riesci a seguire il racconto.
Le persone che prima facevano parte della tua vita che ormai sono sparite e ti chiedi sempre il perchè.
E ti mancano.. e il vuoto dentro che hanno lasciato.
E la speranza che tutto torni come prima che si affievolisce ogni giorno di più e pensi che in un mese la tua vita è cambiata totalmente.. e che tu sei cambiata.
E ti sembra che non potrai più essere come prima.
E le lacrime ricacciate indietro perché non puoi, non si può…
Dormire.. come si fa a dormire…