Buon solstizio d’estate

Le giornate sono lunghe, la sera quasi alle 10 è ancora chiaro ed, è strano, ma mi sembra strano.

Nella mia testa e nelle mie sensazioni sono ancora fissata sul fatto che quando finisco di lavorare, alle 8 di sera, debba essere buio.
Nella mia testa la sera è buio, no?

Invece questi mesi sembrano essere passati senza una mia percezione reale, come se tutto dovesse essere statico, uguale.

Eppure, di cose ne sono successe, direi.

Oggi 19 giugno è di nuovo una vigilia, come quella di tre settimane fa, tutto si ripete con l’ansia, l’attesa del domani, anche la curiosità.

Domani l’operazione all’altro occhio e mi sembra impossibile che siano passate già tre settimane dalla prima volta.

Sarà uguale? Sarà diverso?
Soprattutto, sarà risolutivo?

Sono state tre settimane passate a barcamenarmi fra gocce nell’occhio, vedere quasi tutto senza occhiali – sensazione già strana per conto suo se tieni conto che li porto da 25 anni – ma dover lavorare indossandoli, con l’occhio “nuovo” che protesta e si sforza.
Per cui li levo.

E a quel punto è l’occhio “vecchio” che non ce la fa ed è lui che si sforza, per cui vai coi mal di testa, il bruciore, la stanchezza.

Che palle, non immagini, sempre a cercare un punto di incontro che non esiste.

Sinceramente non vedo l’ora (ed è un gioco di parole carino, secondo me) che questa storia sia finita e diventi un ricordo di cui sì e no potrò raccontare.
Intanto però il secondo step è domani.

Solstizio d’estate.

Passerò la notte più corta dell’anno con la conchiglia, le gocce, la prospettiva dei giorni successivi in cui tutto tornerà ad essere un adattarsi e aspettare che il mio corpo guarisca e si assesti di nuovo.

Ed avrò pazienza, non come la prima volta che dopo dieci giorni sono tornata al lavoro, sbagliando, troppo presto, troppa luce, troppo sforzo per concentrarmi sulle righe, i numeri, le parole.

Dovrò aver pazienza, aspettare quel punto di incontro che stavolta dovrà esserci, prima di poter tornare alla vita normale.

Ci vorrà quello che ci vorrà, non importa.

La posta in gioco è la mia vita dei prossimi mesi e anni, quella vita normale.

Solstizio d’estate.

È arrivata l’estate ed è evidente che la stagione è iniziata, e alla grande, la città è strapiena di turisti, il traffico intasato più che mai, le feste di piazza per i vari santi e festeggiamenti si vedono dovunque.

Ancora non ci sono le giornate torride e irrespirabili, il caldo è stato in tono minore finora, aspettiamo tutti che scoppi quello vero, quello in cui rimpiangeremo questi giorni.

Qualche sporadico accenno alle calde notti passate a svegliarsi fradicia di sudore già c’è stato, anche se penso che molto dipenda dalla mia testa, sto diventando paranoica in molte cose, me ne rendo conto.
E se qualcosa dentro di me dice che fa troppo caldo allora fa troppo caldo, e non dormo.

Un paio di giorni fa ho messo in funzione il nuovo ventilatore, quello vecchio ha smesso di funzionare dopo 5 anni di onorato servizio, per cui ne ho preso un altro.

Ed, esasperata, ho registrato questo:

Bene, sta arrivando il caldo.
Sta arrivando… beh di giorno è arrivato per bene, ed è arrivato anche il momento di tirar fuori il nuovo ventilatore.

Allora, io ho ordinato il ventilatore da Worten più di un mese fa, forse anche due (ho controllato, sono andata a prenderlo il 3 maggio), fatto sta che ancora non l’avevo aperto.

Il posto è quello che è per cui avevo messo la scatola dentro un’altra scatola, sopra l’armadio, ed è rimasto lì fino adesso.

Oggi, col caldo che fa, mi sono decisa: tiro fuori il ventilatore!

Oh che bello, intanto era tutto smontato.

O meglio non proprio tutto, il motore no per fortuna, ma la base, la gabbia, la ventola, poi c’erano le sue belle vitine, ovviamente in un sacchetto aperto, in modo che, ovviamente, quanto l’ho preso su le vitine sono cadute dappertutto.

Io non avevo idea di quante dovessero essere, fra vitine e rondelline, alla fine sulla base c’è ancora un buco e lì, beh lì manca la vitina ma pazienza, starà fermo lo stesso.

e… e niente, mezzora per montare sto cazzo di ventilatore.

Alla fine adesso è lì, bello come il sole, l’ho fatto partire e corre come un treno, ma adesso che mi sono fermata un attimo a prendere fiato…

Vabbè, preciso, era da montare anche il coperchietto, che è poi solo una cosa estetica, non c’entra niente col funzionamento, il coperchietto sopra la gabbia.

Neanche quello hanno montato, hanno messo però le sue belle vitine, tre, così ho montato anche quello perché se fai 90 fai anche 91 e arrivi a 100.

Adesso, dicevo, guardando quel caro ventilatore appena montato, mi accorgo… ho montato il coperchietto rovescio, storto, invece di montarlo con la scritta in orizzontale l’ho montato con la scritta in verticale.

E sai che ti dico?

Resta così!

Almeno è originale, col cazzo che vado a rismontare tutto per mettere dritto il coperchietto, ma vaffanculo!

Buon solstizio d’estate ????

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