Se ci dovesse essere un sottotitolo a questo post sarebbe: “HDMI vs DisplayPort”
E se proprio deve esserci un’avventura in questo Agosto Lisboeta beh, eccola qui.
Come avventura non è proprio un granché ma ce la facciamo bastare, che dici?
Insomma, l’antefatto è come sempre il lavoro (e che altro?), e il fatto che lavoro da 5 mesi con un solo schermo e 560mila cose aperte.
Sto diventando una trapezista esperta, saltando da questo a quello come una pulce felice su un cane, ma se pian piano le cose si aggiungono beh, diventa davvero un po’ troppo complicato.
E allora la settimana scorsa ho detto, di nuovo, alla mia SV che lavoro su uno schermo solo e lei mi ha detto eh no, la dobbiamo risolvere.
Ma io sono solo una povera operatrice di call center, non un informatico, per cui le ho detto di farmi avere un cavo HDMI per poter collegare il secondo monitor (che ho a casa da marzo a fare polvere).
E, stranamente veloci, sabato scorso (giorno di Ferragosto, festa stabilita da millenni, quasi peggio di Natale) mi trovo a casa 2 tizi di TP che mi portano il cavo.
Gaudio e tripudio, ieri mi metto a montare tutto l’ambaradan per poter tornare al lavoro domani con 2 schermi.
Sorpresa, gli attacchi non sono HDMI ma un altro formato ancora, mai visto o mai notato, che neanche ha un acronimo come tutti gli altri (vedi VGA, DVI, HDMI), ma si chiama banalmente Display Port.
Ieri mattina chiamo di nuovo la SV per dirle che stavo ancora in alto mare ma lei, poverina, iniziava a lavorare alle 14 per cui le ho detto: no problem, chiamami quando hai 3 minuti e ti spiego.
Probabilmente i 3 minuti non li ha trovati (o semplicemente si è dimenticata) per cui stamattina ho pensato bene di arrangiarmi.
Ci pensavo, in fondo non son una che aspetta che qualcun altro le risolva i problemi, per cui…
E arrangiarmi significa che sono uscita, ho fatto la passeggiata di un paio di km fino al City Center, mi sono fatta cambiare il cavo sbagliato e poi, pian pianino, sono tornata a casa.
Vabbè, diciamo che mi sono trascinata a casa, prova a non uscire mai di casa, fare a piedi 500 metri alla settimana giusto per fare la spesa, e poi tutto di botto fare 4 km in un paio d’ore.
Avrò acido lattico da vendere, domattina.
Oggi rimonto tutto da capo, trovo un angolino dove piazzare il mio pc che smetterò del tutto di usare per il lavoro, e sperem ben, domani dovrei essere a posto.
Ora mi rendo conto che non è che si possa davvero chiamare avventura tutto questo.
Ma questo mese d’Agosto 2020 non avrà di più, adesso ho davanti questa più altre 2 settimane di lavoro e poi sarà Settembre e di conseguenza FERIE !!!
Quella sarà un’avventura, altro che.
Altre 2 cose.
Per strada ho incontrato una tipa con un borsone, di quelli grandi da supermercato, mi ha in qualche modo spiegato che voleva vendermi delle cose che fanno qui, fatte da lei, sono dei triangolini di sfoglia ripieni di chissà cosa che si fanno fritti o al forno.
Insomma ne ho comprato un pacchetto da 12, porella mi ha fatto un po’ pena, mi ha dato anche il suo numero se ne volessi prendere ancora (Filomena 967996327).
L’altra cosa è che ero quasi senza fiato, di ritorno verso casa, e mi sono fermata su una panchina nel parchetto della scuola in Rua Pessoa.
Poco lontano da me si è seduta una signora su un’altra panchina e all’inizio l’ho mentalmente definita “una vecchietta”.
E ho scritto:
Vedo la vecchietta che si appoggia alla panchina per sedersi, proprio come faccio io.
E mi chiedo chi cavolo credo di essere, solo perché vivo e lavoro con ragazzi e comunque gente molto più giovane di me credo di essere chissà cosa.
E quella che definisco “vecchietta” avrà forse 5 o 6 anni più di me.
Sarebbe una buona cosa ricordarsi di guardare nello specchio prima di giudicare gli altri.
Ci sono tanti tipi di avventure.