Ancoretta

L’ancoretta d’oro è qui davanti a me, con la sua catenina.

La mamma la portava sempre, ultimamente, da quando glie l’ho regalata.

E’ tutto quello che è rimasto delle cose d’oro che avevo una volta, oltre a una piccola spilla a forma di pantera, salvate per caso dal Monte, dove è andato tutto il resto.

La spilla è rimasta attaccata ad un maglione, l’ancora l’ho ritrovata qualche mese fa in mezzo a mille altre cose.

Quando l’ho mostrata alla mamma le ho visto brillare gli occhi: come le piaceva…

Le ho detto “la vuoi tu? te la lascio…” ed era felice come una bambina.

La mamma una volta, fino a un paio d’anni fa, aveva parecchie cose d’oro.

In una vita lunga come la sua si collezionano ricordi e regali e spesso sono cose preziose, di valore non solo affettivo.

Aveva catenine, braccialetti, spille, orecchini, alcuni erano regali di mio padre o del suo secondo marito, altri erano cose che si era comprata lei, altre ancora ereditate dalla sua famiglia.

Poi sono andati a rubare nel camper, in uno dei suoi viaggi, e le hanno portato via la maggior parte di quello che aveva.

è rimasto ben poco, un orologio, alcune spille appuntate su giacche e cappotti, orecchini di mia nonna che non portava.

Per quello lei amava particolarmente quella catenina con l’ancora, era l’unica che le era rimasta.

Oggi l’ho riportata a casa insieme ad altre cose sue.

Oggi è stato il giorno in cui, come sempre succede quando si perde qualcuno di molto vicino, ci si mette a vuotare armadi e cassetti, a scegliere cosa tenere e cosa proprio non serve o non si mette.

Non è un bel lavoro, da fare, è una full immersion in una vita intera, piccole e grandi cose che parlano di lei, il suo modo di vestire, il suo modo di mettere via le cose negli armadi.

Riporta alla mente mille episodi, un vestito messo in una certa occasione, la predilezione per le camicie e i foulard, le giacche e i tailleur fuori moda mai messi da decenni ma che non aveva avuto cuore di eliminare.

Lei era presente in ogni angolo della casa.

E mi mette angoscia sapere che ancora non è finita, che dovremo tornare per i suoi libri, i quadri, il servizio di piatti che avevamo comprato insieme, prima ancora che si risposasse, come alcuni mobili che il marito vuole scartare e che erano nella sua casa.

Tutto parla di lei, lì.. tutto dice che lei non c’è più.

Guardo quella catenina, appesa al mio monitor con l’ancora che riflette la luce.

E sento una stanchezza incredibile.. e un incredibile vuoto dentro.

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