Metto il cappello a quest’anno che sta finendo.
Gli metto cappello, sciarpa, cappotto pesante e guanti.
Che se ne vada via in fretta, non si sa mai che si ammali e decida di lasciarsi dietro qualche virus.. magari intestinale.
Ogni anno che finisce si lascia dietro qualcosa, in fondo è giusto così.
E ogni anno, alla fine, ripensiamo a tutto quello che è successo… oppure no..
E decidiamo se è stato un anno buono… oppure no..
Qualche volta non succede niente, anni anonimi non degni di nota, che si perdono nel mucchio dei ricordi.
Ultimamente sono quelli gli anni buoni.
Questo 2013, porca miseria, cosa gli mancava?
Un’inondazione, un terremoto, un incidente che distruggeva la macchina, ossa rotte, una bella malattia cronica e debilitante.
Si possono aggiungere molte altre cose, per poter pensare: “beh, poteva andare anche peggio”..
no ?
E’ iniziato col trasloco da casa mia… Gennaio.
Senza un soldo, senza lavoro, senza casa, ospite da mia sorella.
Febbraio… la malattia del marito di mia mamma.
Marzo… come la pallina di un flipper, rimbalzando da Padova a Milano, a Massa, prospettive zero ma qualche possibilità c’era.
Aprile… anche le poche possibilità che spariscono come bolle di sapone.
Maggio.. e poi l’estate… un limbo, un incubo…
La mamma in ospedale, i 100 km fatti quasi ogni giorno, la stanchezza, la solitudine, la disperazione.
La mamma che se ne va.
Settembre… Ottobre, Novembre.. la ricerca di un lavoro, uno qualsiasi, anche il più schifoso.
Le promesse, i vari “le faremo sapere” e poi il silenzio, le delusioni e le disillusioni.
Dicembre.. il vuoto.. la voglia e la forza di reagire che non ci sono più.
Ecco cosa mi ha portato quest’anno, ecco come finisce.
Inguaribilmente provo ancora a sperare nell’anno che verrà.
Mi viene in mente quella canzone di Lucio Dalla, quella che tutti ricordiamo in questo periodo.
https://www.lushabar.it/lyrics-dreams/lanno-che-verra/
Razionalmente so che c’è poco da sperare… ma ci proviamo, no ?
Che ti devo dire, dammi la mano, stringila forte.
Andiamo avanti ancora un po’…