Quello che scrivo

Non è poi così raro che io mi trovi qui, a scrivere, nel bel mezzo della notte.

Capita, ci sono giorni in cui i miei pensieri sembrano uno stormo di uccelli impazziti che volano da tutte le parti, come dopo uno sparo, ma non c’è nessun rumore specifico, non c’è un particolare botto che li fa partire, decollare tutti insieme dai rami dove fino a un secondo prima dormivano.

Arriva così, in sordina, un ricordo qui, un’immagine lì, e tutte queste piccole cose piano piano si accumulano, lievitano come l’impasto del pane, e arriva il momento che scoppiano, che devono uscire da qualche parte, in qualche modo.

E il mio modo è scrivere, qui.

Questo posto (io lo considero tale) è la spalla su cui appoggiare la testa quando la sera, stanca, non riesci più a tenerla dritta, è il molo a cui legare le cime dopo giorni di mare, è la roccia a cui aggrapparsi quando le onde ti sbattono qui e là e le forze sono quasi alla fine.

E quello che scrivo sono a volte futili pensieri, cosa ho fatto nella giornata o la vita con le coinquiline o il lavoro, o la nostalgia di casa.
Ma altre volte è la mia anima (non trovando una definizione migliore) che vuole saltare fuori e farsi vedere, è quello che mi si muove dentro e scalpita e si sbraccia per dire: hey, sono qui, ci sono anch’io!

Il fatto è che viviamo in un mondo dove tutti vogliono farsi sentire ma non si fermano mai ad ascoltare.

Ed ognuno alza la voce un po’ di più, e ogni voce vorrebbe coprire quelle intorno, e questo mi intimidisce, mi fa nascondere in un angolino e stare zitta zitta, aspettando che arrivi un po’ di silenzio.

Così finisce che dopo, solo dopo che le voci tacciono e, grazie a dio, vanno a dormire, i miei pensieri spingono per uscire, chiedono un modo di esprimersi un po’ meno caotico, vogliono definirsi, diventare parole.

E mi ritrovo alle 4 di notte qui a scrivere, anche se poi mi rendo conto che le 200 parole che ho scritto non hanno poi molto senso e neanche un granchè di logica.

Spero che chiunque legga qui porti pazienza e prenda queste frasi per quello che sono, un piccolo sfogo nella notte per poter, poi, dormire un altro po’.

Ormeggio la mia barca, stringo le cime e serro le vele, buonanotte.

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