Pezzo per pezzo

Mah, come spesso negli ultimi mesi mi sono resa conto che sto trascurando parecchio questo sito, è passato ben più di un mese dall’ultima volta che ho scritto.

A volte ci penso e mi chiedo: che lo tengo a fare?

In fondo ci spendo dei soldi, tempo, energie, che potrei utilizzare per qualcos’altro.
E poi rido di me stessa, per fare che?

La dimostrazione sono le ultime settimane da quando sono tornata dall’Italia.

Che hai fatto di bello dal 10 marzo, Luisa?

Uhm, fammi pensare… lavorato, mangiato, dormito, lavorato, mangiato, dormito… e così via, senza soluzione di continuità.

Bella vita, interessante, vero?

Ma no, aspetta, qualche puntino di luce c’è nel cielo nero degli ultimi 45 giorni.

Sono tornata sul floor per 4 ore, una decina di giorni fa, lavorare da lì è diverso che lavorare da casa (sorvolando sul fatto che sempre di lavoro si parla).

La foto che ho messo magari non dice niente ma.. se si ingrandisce e si guarda con attenzione, vedi quel palazzo bianco?
Quello è il posto dove dovrei lavorare, all’11° piano, si riesce a leggere il nome dell’azienda, lassù in cima.

Una settimana fa sono andata a prendere un caffè e a fare 4 chiacchiere con la mia ex supervisor, Federica, che carina che è, mi piace molto (lei stessa mi diceva: “ma a te piacciono tutti” ma riesco ancora a fare delle differenze).

Poi… cavolo lo sai che non mi viene in mente niente?

Ma come si fa a fare una vita così vuota?

Mi sto costringendo a programmare un giretto per quei 2 giorni di ferie che ho a fine maggio, da quanto non mi prendo qualche giorno per me, fuori da tutto?

Porto e Coimbra a febbraio 2020, Faro a ottobre 2021.. non mi viene in mente altro.
I ritorni in Italia non contano, ovviamente, quelle non sono ferie e si lasciano dietro più pena e stress di quello che c’era prima di partire.

L’idea che sta maturando è Terceira, coi costi ci sto dentro, senza strafare, coi tempi anche, devo solo decidermi a fare le prenotazioni in modo che non posso ripensarci, mi tocca andare quando arriva il momento, voglia o no.

E so bene che fra poco la voglia sarà l’ultimo dei miei problemi, magari mi fascio la testa prima di romperla ma so bene, molto bene, che a più di 65 anni non si fanno tanti balli, la forza e il fiato sono quello che sono.
E che se dovessi tornare in Italia dovrò dire addio per sempre a queste cose, il mondo resterà lì, appena fuori dalla mia porta, vicinissimo ma intoccabile.

Ci penso, ci penso ancora oggi.
Ne ho bisogno ma nello stesso tempo mi dico: ce ne sarebbero di cose di cui hai bisogno (o che sogni), che non potrai avere.

E intanto One Drive mi ripropone.. Sempione 11 anni fa, il giorno di Pasqua del 2011.
Come vorrei (ecco i sogni impossibili) tornare indietro fra quelle montagne.

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