Isola

Ci sono momenti in cui si sente il bisogno di staccare ogni connessione dal resto del mondo.

Per me è sempre stato così.

Quando sei delusa, o disillusa, quando ti sembra che tutto quello che per te aveva un significato e un valore sia invece solo una tua illusione.

E ti guardi intorno e vedi che la realtà è molto diversa.

è come frugare dentro una ferita, fa male, ma sai che devi farlo, per non soffrire ancora di più, dopo.

Momenti in cui sei costretta a guardare dentro te stessa per poter davvero distinguere la realtà dal sogno.

Il sogno, quello che vorresti che fosse ma non è…
e ti rendi conto che non lo è mai stato.

In questi giorni ho scelto, non senza dubbi o ripensamenti, di starmene per conto mio.

Forse per reazione a un’overdose di gente, cose da fare, voci e pensieri che mi sono estranei.

Talmente fuori dal mio modo di essere, da come ho imparato a vivere negli ultimi anni, da dover forzare me stessa, ingoiando amaro.

Cerco di pensare razionalmente: cosa c’è di così strano?

Il rapporto con le altre persone, le piccole cose da fare tutti i giorni, i discorsi, a volte impietosi, sulla realtà e sul futuro incerto.

In fondo è quello che tutti hanno, fa parte della cosiddetta “vita sociale”.

Ma non fa parte di me.

Io penso solo di poter andare via, per non tornare.

E il rapporto, o la sua assenza, con le persone a cui voglio bene, quelle che vorrei davvero accanto..
e il vuoto dentro.

Lo so, mi sto contraddicendo.

Chiedo solitudine ma chiedo anche un abbraccio, una mano da stringere.

Ma mi basterebbero anche una voce e una parola, sarebbero il mio gancio per toccare il cielo.

Ma non ci sono.

E allora ecco la mia isola… un pezzo di inutile roccia in mezzo al mare.