Siamo nel clou del periodo natalizio.
E’ il momento dei biglietti di Auguri, la piccola Stella di Natale da incartare e infiocchettare per le colleghe di scuola di mia sorella o per le ragazze della biblioteca, ieri abbiamo finito di preparare i biglietti dei bambini.
Per la verità io non ho fatto un granché, al massimo ho aiutato nell’assemblaggio finale, non ho pazienza, sono negata con gli origami.
E stamattina ho fatto un salto in chiesa a sentire i bimbi che cantavano, in mezzo a orgogliosi nonni e genitori che fotografavano e filmavano con tablet e cellulari.
Sono uscita prima della fine, per evitare la folla, nella piazza quasi deserta, col trenino un po’ assurdo e gli altoparlanti che urlavano canzoni natalizie a qualche pensionato.
E mi è venuto il magone, ma perchè, mi chiedo.
Ho pensato a quando mio figlio era piccolo e si andava a vedere qualcosa di simile, canti e recite organizzate dalla scuola.
Ho pensato a mio nipote che farà le stesse cose e che probabilmente non vedrò.
Mi sono sentita una volta di più alla fine della mia strada, con la sensazione di non aver saputo apprezzare quello che c’era al momento giusto.
E ho pensato a sogni che non si realizzeranno, illusioni cancellate dalla realtà come fumo, una folle voglia di ricominciare.
Ho pensato a questo Natale che non vedo l’ora che passi e venga dimenticato come i precedenti..