Il dopo

Siamo alle prese col dopo.

Dopo che in un certo senso la vita è stata sconvolta da cose forse prevedibili ma mai abbastanza previste.

Dopo che la cosiddetta normalità ha preso il sopravvento, con la costante sensazione di qualcosa che manca, qualcosa di incompiuto che non riesci a definire.

Dopo che è passato abbastanza tempo da iniziare a ragionare in altri termini.

E allora vengono a galla quelle che razionalmente sono piccole cose ma che si sommano ad altre cose e poi ad altre.

Cose dette fra i denti, espressioni non chiare, travestite da battute e pertanto perdonate e quasi scordate, fino al momento di fare le somme.

E’ il momento di fare i conti, di parlare di spiacevoli argomenti come eredità, conto in banca, successione, protocolli da seguire.

E quando ci sono di mezzo i soldi allora si che si vede davvero.

E si conoscono davvero le persone con cui hai a che fare, meglio che mai.

Soldi, maledetti soldi.

Verrebbe da dire “chi li vuole, quei soldi” ma poi ci si pensa.

Penso a tanti piccoli episodi, in questi giorni.

La mamma metteva via di nascosto 20 o 50 euro per darmeli quando poteva, li nascondeva in tutti gli angoli, nelle tasche e nelle borse, in mezzo ai fazzoletti o sotto le sue collane, nel comodino sotto le medicine.

Credeva di farlo senza che lui sapesse ma sono sicura che lui lo sapeva benissimo.

Lo vedevo sorridere e ammiccare dietro alle sue spalle.

Lei era sempre preoccupata per me, che io avessi abbastanza per muovermi, che potessi fare una spesa decente.

Pochi giorni dopo che era stata ricoverata, eravamo con lei io e mia sorella, ci ha detto i posti dove guardare per trovare quei soldini che aveva messo da parte: sono per te, Luisa, mi raccomando, prendili.

Quando, dopo, io e mia sorella siamo andate a vedere era sparito tutto, altre mani avevano frugato e preso.

Non è per i soldi in sè, anche se è ovvio che ne avrei bisogno, è per l’idea.

Quello che lei aveva fatto per me è stato come calpestato.

D’altra parte, dopo neanche una settimana che lei era in ospedale, nella sua camera a casa erano sparite tutte le sue cose, come se lei fosse stata un’apparizione momentanea in quella casa.

Un’apparizione durata 26 anni.

Penso a un’altra volta, quando io stavo lì da loro, prima dei tempi sospetti, prima del conclamarsi della malattia di suo marito.

La sera, dopo cena, stavo con lei un’oretta a chiacchierare, magari mangiando un gelato insieme, parlavamo di tutto e di niente, forse ho già scritto qui che è stato il periodo in cui abbiamo parlato di più, io e lei.

Una di quelle sere è uscito il discorso su quello che sarebbe successo dopo che loro non ci sarebbero stati più.

Lei mi ha detto “non preoccuparti, abbiamo pensato a tutte e 4 (io, mia sorella e le 2 figlie di lui), abbiamo messo via i soldini per i nostri funerali e ognuna di voi avrà un gruzzoletto..

Non so, e non saprò forse mai, cosa intendeva, cosa avevano pensato di fare.

So che adesso non sembra poi così semplice, visto l’atteggiamento delle figlie di lui.

Spero, oh si spero davvero, che per colpa di quei 4 soldi non si arrivi a niente di spiacevole.

Ma non è affatto sicuro.

Si vive male con queste cose in sospeso, lasciano un sapore amaro in bocca.

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