Grazie anche per questo

Io cerco sempre di non vivere nel passato, di guardare avanti a quello che ancora mi aspetta, ma a volte penso di esagerare un po’, come se volessi rinnegare quello che ero e che ho vissuto.

Dopo il post che ho scritto su mio padre molti pensieri sono rimasti sul fatto di ricordare, di non buttare via quello che ha fatto di me quello che sono oggi.

Ognuno di noi è un puzzle, fatto di tempo, emozioni, sentimenti, sensazioni, gioie e pianti, paura e speranza, fatto di grandi momenti che definiscono la nostra immagine generale, ma anche di piccoli pezzi che riempiono le fessure, briciole che ci completano.

E ogni tanto capita che alcuni di quei pezzi tornino alla luce, senza un ordine preciso o un motivo scatenante, vengono in mente così, e fanno rivivere emozioni che sembravano ormai lontane e dimenticate.

La mamma.

Quanti ricordi si possono avere di una mamma?
Forse infiniti.

Oggi mi è tornato in mente un giorno particolare, quello in cui sono andata a casa sua per dirle che avevo trovato un lavoro a Milano, per dirle che lasciavo mio marito e mio figlio e me ne andavo via.

E lei, da sempre preoccupata per la sua bambina, mi ha fatto andare in camera sua e si è messa a frugare nei cassetti, sotto la biancheria, fra i fazzoletti, infilati fra le lenzuola o nascosti nelle taschine di vecchie borsette, e ha cominciato a tirare fuori tutti i soldi che negli anni era riuscita a mettere via.

Mia mamma da quando si era risposata aveva sempre sentito la mancanza della sua indipendenza, soffriva del fatto di non poter disporre di quello che aveva di suo.
Si è risposata dopo essere stata indipendente per 20 anni e le è sempre pesato molto il fatto di dover chiedere soldi a suo marito.

E così “faceva la cresta” quando andava dal parrucchiere o a fare la spesa, metteva via 5 o 10 euro alla volta e li nascondeva qui e là nella sua camera.

Quel giorno li ha raccolti tutti e li ha dati a me ed era strafelice di potermi aiutare, di poter fare la sua parte, anche se era dispiaciuta perché era poco quello che poteva fare.

Lei negli anni precedenti aveva avuto parecchi soldi per le mani, tanti li aveva investiti comprando e rivendendo appartamenti ma tanti li aveva buttati prestandoli a gente che poi l’aveva fregata alla grande.

Di tutti quei soldi non era rimasto quasi niente.

Ricorderò sempre i suoi occhi quel giorno, quando me li ha dati, e quel ricordo si sovrappone, per fortuna, ad altri che ho di lei in momenti successivi, quado già stava male, quando era alla fine…

La mia Sisi, mi diceva, lei era l’unica al mondo a chiamarmi così.

Lei era così, avrebbe dato davvero tutto quello che aveva e anche di più per le sue figlie e oggi quel ricordo mi ha scaldato il cuore mentre nello stesso tempo mi ha fatto sentire la sua mancanza più che mai.

Sono quasi 8 anni che se n’è andata, sembra ieri, sembra una vita, come succede con le cose che ti lasciano un segno profondo nell’anima.

Va bene avere ricordi, va bene conservarli e cullarli, coccolarli dentro di sè, ti aiutano a sentirti viva.
Grazie mamma, anche per questo.

Ho messo come immagine di questo post un quadro che ha fatto mio figlio, “il pezzo mancante”, e voglio chiudere con un video che ha fatto lui e che parla di memorie e ricordi.

Mi sembra il posto giusto.

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