Girando

Sono uscita stasera, abbiamo cenato presto come sempre e evito di fumare anche in terrazzino.

E poi mi sta stretta oggi quella casa.
Volevo fare una passeggiata lì intorno ma è di nuovo nuvolo e c’è un vento freddo così ho preso il Cincent e ho iniziato a girare un po’ a vuoto, cercando magari un posto isolato, con un po’ di verde e di silenzio.

Non esiste.

Qui è un po’ come la zona a nord di Milano, sul Sempione, dove ho vissuto il primo anno, un paese dopo l’altro senza soluzione di continuità.

Lassù era Rho, Nerviano, Parabiago, Cerro Maggiore, San Vittore Olona, Legnano…
qui è Noventa, Strà, Fiesso d’Artico, Galta, Fossò, Vigonovo, non esiste stacco, distinzione.

Si fanno chilometri senza una pausa, senza respiro.

Alla fine sono tornata verso casa e mi sono fermata in un parcheggio vuoto, col sottofondo del rumore dell’autostrada.

Che squallore.

Mi mancano le stradine appena fuori Vigevano che portavano a un naviglio o a una spiaggetta sul Ticino o a un ponte con un vecchio mulino.

Mi mancano i tratti di bosco, alternati ai campi, la strada che porta a Trecate, con risaie da ogni lato e le montagne all’orizzonte.

Qui non si vede l’orizzonte.

E mi manca non avere un posto come Tornavento da cui si vedeva tutta la valle e il Rosa innevato, laggiù, oppure la stradina col ponte che costeggia il Ticino a Castelletto.

Mi manca il silenzio e l’odore dell’acqua.

Mi manca l’aria qui.

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