facciamo un tentativo, chi lo sa..

Già, un tentativo, una prova, senza illudersi troppo, che si sa che quando ci si illude poi la delusione è grande.

E poi ogni volta che ho fatto mentalmente castelli in aria su un colpo di fortuna li ho visti crollare miseramente.

Non devo sperare troppo, chiedere troppo al fato.

Spiego di cosa sto parlando 🙂

Stanotte ho fatto un sogno, incasinato come la maggior parte dei sogni, perlomeno al risveglio era rimasta una serie di immagini slegate fra loro anche se ben precise.

Io che sono in un bar, la sensazione è quella di un bar di un ristorante pieno di gente, il banco del bar è coperto dappertutto da bicchieri da lavare, calici lunghi soprattutto, alcuni con resti di vino bianco.
Io chiedo un caffè e so di non avere un centesimo in tasca.

Ma ho in mano un accendino, tipo zippo ma molto elegante, pesante, di oro bianco o platino.

Sono arrabbiata, infuriata, chiedo il caffè in mezzo alla confusione di voci vicine e lontane, come se si fosse alla fine di un pranzo di nozze, gente che parla o anche urla dappertutto, soprattutto sulla mia destra dove so esserci la sala da pranzo.

Non so dire se è un posto che conosco, sembra un ristorante come ce ne sono migliaia.

So di aver bevuto il caffè (non ho la percezione di berlo, non sento il gusto del caffè) e getto l’accendino in mezzo ai bicchieri sporchi dicendo “questo vale 5000 euro” intendendo che con quello pagavo il caffè.

Poi so di essermene andata, la scena che vedo è del giorno dopo, a casa mia ma una casa che non conosco nella realtà, una casa singola, con un piccolo spazio di erba rada recintato, nessuna pianta, un marciapiede di cemento che porta al cancelletto.

Suona il campanello, vado ad aprire e vedo arrivare dal cancello mia zia Miranda.

La vedo come non ho ricordo di averla vista se non quando ero piccola e lei era molto giovane, magra, abbronzata come sempre, coi capelli legati a crocchia.

Le vado incontro pensando di scusarmi per la mia rabbia del giorno prima ma lei mi sorride, in qualche modo mi fa capire che la mia rabbia era giustificata, e mi porge l’accendino dicendo che era mio e non dovevo rinunciarci.

Non so perché mi dice un numero, lo ripete più volte, 86, me lo ricordo bene perché ho pensato che è l’anno di nascita di mio figlio, e mi ripete più volte il valore di quell’accendino, 5000€

Il sogno svanisce nella mia memoria, mi lascia domande senza risposta, cerca una razionalità dove razionalità non esiste.. restano quei numeri.

Che aggiunti ad altri ricavati dalla descrizione di quei flash che mi sono rimasti ho deciso di giocare al Lotto.

Domani vedrò se come al solito affido alla speranza e alle illusioni quello che so di non poter ottenere in altri modi.

Magari scrivendo qui esorcizzo anche quel poco di possibilità che potrebbe esserci.

E infatti non pubblico oggi questo che ho scritto, lo pubblicherò solo domani dopo l’estrazione… non si sa mai no ?

lo scrivo oggi per non perdere i frammenti del sogno che so già che spariranno..

Edit del 5 Febbraio, dopo le estrazioni
il numero che mi ha dato la zia è uscito e anche sulla ruota giusta, ma solo quello.

Era l’86 ed ero sicura che sarebbe uscito ma non mi è servito a niente, naturalmente 🙂

Ok, diventerò ricca la prossima volta 🙂

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