Dopo…

Ogni tanto, nella vita, capita di pensare: chissà cosa farò fra 10.. 20.. 30 anni chissà cosa sarò, chissà dove, come perchè, chi ci sarà.

Credo che capiti a tutti, prima o poi.

A volte non serve neanche un momento particolare, a volte è un pensiero come un flash a cui però non si sa quasi mai dare una risposta, che arriva e passa senza lasciare molti segni, una piccola riflessione che viene e se ne va.

Chissà se mi è capitato quel giorno, chi lo sa se col passare del tempo ho mai pensato se quel particolare momento sarebbe stato importante per la mia vita, non lo so e non lo saprò mai.

Ma due ragazze stanche, sporche, che stavano in giro da una decina di giorni su un’azzurra Dyane scassata con la scritta Luisa sul portellone posteriore, che si era già macinata 3500 km per tutta la costa italiana;

quelle due ragazze di 22 anni avevano dormito per strada, sulla spiaggia, avevano piantato la tenda nei posti più strani, avevano visto mare e montagne, dalla punta più meridionale dell’Italia ai monti più alti dell’appennino.

Quante piccole cose avevano già alle spalle e quella era solo una delle tappe del loro viaggio: Roma.

La prima volta per me che poi mi sarei affezionata a quella città come se fosse la mia seconda casa, Roma semi deserta in pieno agosto, le grandi strade vuote e un appuntamento col destino.

Quelle due ragazze stavano sedute sugli ultimi gradini della scalinata di Trinità dei Monti, io la più pigra non avevo nessuna intenzione di salirli mai e poi mai, quei gradini.

Come si fa presto a dire “mai”, quante volte li ho saliti, dopo.

E poi… una sberla, io che non parlavo mai in dialetto (non lo sapevo e tuttora non lo saprei parlare) che dico “va in mona to mare” da perfetta veneta e da una cosa arriva l’altra.

Ho mai pensato quel giorno, o quelli successivi o negli anni dopo, cosa mi avrebbe riservato il futuro dopo quella sberla beffarda da cui è iniziata per me una nuova vita?

Chi lo sa, so che adesso me lo sto chiedendo.

E vedendo cosa il futuro mi ha riservato so che non avrei potuto immaginare tutto quello che è successo dopo.

Beh dopo… un bel pezzo di vita insieme, a volte anche felice, un meraviglioso figlio, una fine sofferta, scelte fatte forse troppo tardi, un’altra nascita e un’altra vita in un altro posto.

Chi mi hai dato quella sberla non lo sento ormai da mesi e se anche lo sentissi non gli crederei più.

Ma nonostante quella parte della mia vita sia morta, finita, il 13 agosto del 1979 ho, in quel modo, conosciuto Francesco.

Sia come sia, nel bene e nel male, con lui ho diviso 26 anni della mia vita.

Certe cose non si cancellano, no?

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