Anno strano, forse diverso, può sembrare banale, detto così, ma in un certo senso è stato diverso davvero.
Per il dove: dopo tanta provvisorietà sono arrivata ad una cosa che si avvicina al concetto di sicurezza molto più che negli ultimi 2 anni.
Per farmi capire: il 2012 è stato l’anno della ricerca e delle speranze disilluse e si è chiuso lasciando per sempre tutto quello che consideravo il mio mondo, la mia casa, la terra che ho adottato come mia.
Il 2013 è stato un anno disperato, l’incertezza, la malattia, la perdita e il dolore.
E poi di nuovo la precarietà, il sentirmi fuori luogo dovunque fossi e restare comunque aggrappata al mio esistere, la mia vigliaccheria.
Questo 2014 ha dato anche lui le sue belle botte sui denti, non si è risparmiato.
Makko se n’è andato lasciandomi un buco nel cuore e una rabbia che non riesco a far tacere e troppi perché a cui non riesco a dare risposta
Come altri se ne sono andati: Angelo, Pasquà..
Ma nello stesso tempo è stato un nuovo cambio di percorso, verso una nuova e imprevista stabilità.
Beh stabilità è una parola grossa.
Per fare una similitudine è come se prima vivessi in una tenda, adesso sto in una roulotte.
Sempre pronta a partire ma ho messo su anche la verandina 🙂
Un anno fa non avrei mai pensato che sarei stata qui a Padova, e che questa sia la cosa più vicina a “casa” degli ultimi 3 anni.
Non mi illudo eh, ci penso molto bene, ma qui ho quasi la sensazione di non essere in più, di troppo.
Come invece sento quando sono a casa da mia sorella.
Qui mi sento anche un po’ utile, non solo di peso.
E ci sono comunque cose che non cambiano, M@rco che chiama per gli auguri, Klara col suo affetto costante, tu con la tua assenza e il vuoto che ho nel cuore.
E il magone che cresce, nonostante io cerchi di far diventare più spessa e più dura la crosta dentro cui mi nascondo.
Finisce anche quest’anno.
Ogni anno penso e spero che sia l’ultimo, ogni anno la mia stanchezza pesa di più.
2015, ti sto aspettando!