Settembre 2022 – Prima parte

Eh già, prima parte perché alla fine Settembre è stato un mese bello pieno, ultimi giorni di lavoro, il giro in montagna, da Vale, eccetera, eccetera…

Per cui… parliamo di Ferie o giù di lì

1/9/22

E come dicevo, agosto è volato fuori dalla finestra in un lampo, e siamo già a settembre.

Mi aspettano le ultime settimane di lavoro prima delle ferie (ho contato, sono 13 giorni), poi andremo un paio di giorni in montagna con mia sorella e mio cognato – a Dobbiaco – e per la settimana dopo, l’ultima di settembre, ho prenotato la macchina, andrò a prenderla il 26 in aeroporto a Bologna, poi a Padova facendo base da Vale, per tutti i mei giri soliti di quando torno in Italia.

E poi ancora un paio di giorni da mia sorella, armi e bagagli, il pacco di cose da mandare a casa, e il 4 ottobre via in aeroporto, volo e a casa.

Intanto la prospettiva non è male, almeno spero di poter stare con Vale un po’ di più, di rivedere un paio di vecchie amiche a Padova, magari di fare un salto da Eli a Meste, forse ci troveremo con Andrea (collega in TP che se n’è andato un paio di giorni fa, e sta a Vicenza) per un ultimo saluto.

Vedrai che alla fine le ferie voleranno ancora più in fretta, come fanno sempre, lasciando un po’ di amaro in bocca per le mille cose che non riuscirò a fare, come sempre.

Ma per ora inizia il mio ultimo mese qui, un giorno alla volta, no?

Qui… ultimamente si è tornati un po’ indietro, mi sembrano i primi tempi che ero qui dieci anni fa, discorsi e discussioni su cosa fa bene e cosa fa male, su alimentazione e fare movimento, stile di vita da cambiare e via così.

Sinceramente mi sto anche un po’ rompendo le palle di questi discorsi, so di essere nonostante tutto un ospite qui da mia sorella, e di dovermi integrare e adattare, ma inizio ad avere dei segni di ribellione.

Il fatto è che io sono fatta a modo mio e non c’è di peggio, se cerchi di farmi cambiare idea, che cercare di forzare, di obbligare.
Credo di averne già parlato da qualche parte, più mi dici che il fumo fa male più mi viene voglia di fumare, più cerchi di darmi una cosa che fa bene, più vorrei qualche schifezza.

Se mi rifili minestrone quasi tutte le sere, io mangio latte e Nesquik coi biscotti zuccherosi per colazione.

A me sembrava di riuscire a non far vedere troppo la mia insofferenza, ma penso di aver fallito nel mio intento.
Insomma, ragà, alla mia età e dopo qualche decennio di abitudini prese e radicate, non è così facile cambiare il mio modo di fare le cose.

Penso che passeranno mesi prima che io mangi ancora minestrone !!

7 settembre 22 12:16

Sto diventando troppo sensibile al rumore.
Sono in treno per andare da Valentino e mi sento quasi schiacciata da tutto quello che mi risuona intorno.

Due bimbi che parlano in continuazione e le loro mamme… idem.
Il nero nel sedile dietro di me che telefona e urla, ma perché deve urlare?

L’altoparlante ripete quasi in continuazione gli avvisi sulla protezione dal covid, obbligo di mascherine e tutto il resto, in italiano inglese e adesso anche in tedesco.

Sarà anche perché siamo fermi a Rovigo, anche stavolta, chissà perché stavolta.

Alla fine, ho messo musica e cuffiette, non le reggo più queste voci, rumori, cacofonia.

8 settembre 22

Il ritorno sembra più tranquillo, perlomeno non c’è gente che parla ad alta voce o ragazzini che strepitano.

In compenso ci sono discorsi di alta cultura fra due ragazze, non che io cerchi di ascoltare ma nel silenzio…

Allora ho avuto modo di apprendere le modalità in cui queste ragazze si depilano, quando vanno dall’estetista, quando e come hanno fatto il trattamento laser.
Sono anche a conoscenza della quantità di peli della mamma di una delle 2: “5 peli di numero ma lunghi e biondi”.

E in questo momento scopro che (sempre la stessa) si vergogna di andare in palestra se prima non è andata a fare almeno la ceretta.

“ma che imbarazzo, non hai idea”.

Non sto a raccontare tutto ma un’ultima cosa devo scriverla.

“io se avrò una figlia la voglio chiamare Napoleonida “
Era convinta, non scherzava proprio per niente!!

Comunque, dopo questi discorsi di alto livello hanno iniziato a parlare di università, di quando dovranno discutere la tesi (beh e anche della festa di laurea, naturalmente).
Sentendo questo ho l’ennesima conferma che una laurea non rende migliore di una persona che la laurea non ce l’ha.

Non so perché, in questi casi mi viene in mente Tania…

(nota: Tania, mia ex coinquilina, napoletana e vuota come una zucca secca, una laurea ce l’aveva, in filosofia, come ci sia riuscita resterà uno dei grandi misteri irrisolti della mia vita, visto che sì e no spiccicava una parola in italiano, in mezzo a 2500 parole in napoletano… è durata solo un anno, poi TP l’ha gentilmente messa alla porta non rinnovandole il contratto.

E ti credo, probabilmente i clienti con capivano una mazza di quello che diceva.)

9 settembre 22

Tornata a casa dopo il mordi e fuggi da Vale, passeggiata e gelato con Leone al pomeriggio, pizza con Vale, Leone e Fran la sera, giochini e chiacchere con Leone la mattina dopo e via al treno (leggi su le storie di treno), oggi riprende la normale vita di lavoro.

Ultima settimana intera, poi il weekend mer&gio la settimana prossima (14 e 15 sett), altri 3 giorni e poi STOP!!!

Inizieranno ste ferie, finalmente.

15 settembre 22

E questa settimana è passata, l’ultima intera, come dicevo, mancano solo 3 giorni e poi finalmente mi fermo.

Contavo che non ho avuto un giorno di stop (oltre ai weekend, ovviamente), dal 2 giugno.

Tre mesi e mezzo filati, lunghi, inframmezzati dal viaggio in Italia, da weekend di qua e di la, oppure senza note particolari, lavoro pesante e stressante, vedendo i colleghi andare in vacanza e tornare, e io sempre lì, come una presenza immobile e inamovibile.

Mi sto rendendo conto anche, in questi giorni, che la stanchezza si sta facendo sentire, mi accorgo di errori che faccio, di distrazioni, insomma ho proprio bisogno di fermarmi.

E la testa è già lassù, a Selva di Cadore (non più Dobbiaco, abbiamo cambiato programma), con mia sorella guardiamo il meteo della settimana prossima, teniamo d’occhio la corrente fredda che sta arrivando (dovrebbe essere da domani, per ora stiamo in maglietta e vestitini estivi), le previsioni danno – a seconda del sito dove guardiamo – dai -5° a 0 le minime, già immaginiamo di trovare la neve (non credo che ci sarà, ma chi lo sa), sicuramente di doverci portare via maglioni e scarpe invernali.

Che meraviglia, non vedo l’ora, l’aria frizzante e pulita di montagna, come mi manca.

Ancora pochi giorni e ci siamo!

E altro non c’è, oggi che è la mia domenica andremo a fare una passeggiatina al mare (Lido degli Estensi, stavolta), è uscito di nuovo il sole, e poi la spesa al Bennet, a Comacchio.

Credo che quando scriverò ancora qui sarò in ferie ????

Ultima cosa, ma non ultima ovviamente, Valentino.

Ieri mi ha mandato un vocale, rispondendo al mio messaggio: “E tu, come sta andando?”.

Mi racconta del mercatino in Piazza Capitaniato a Padova, dovrebbe essere un buon posto di passaggio, speriamo che vada bene.

E mi dice che… sostanzialmente che tira avanti, le cose non sono per niente chiare con Alice, non ha ancora capito cosa vuole fare, dice che cerca di non metterle pressione, e che si tiene impegnato.

Lo vedrò meglio quando sarò lì fra un paio di settimane, non che io possa cambiare qualcosa, anzi.

Pazienza.
Molta pazienza, non che io possa fare molto altro.

Alla prossima.

22 settembre 22 ore 3:50 (Selva di Cadore)

E come dicevo, ecco che scrivo e sono in ferie.

Anche se non era previsto che per scrivere io fossi ad uno dei tavolini fuori dall’ingresso dell’hotel alle quattro di mattina.
Eh, va così, le notti col buco arrivano quando vogliono loro, non quando voglio io.

Visto che ci sono faccio un po’ di riassunto dei giorni scorsi, cominciando da dove sono.

Hotel Nigritella, Loc. Santa Fosca di Pieve di Cadore.

Siamo arrivati qui un paio di giorni fa, il 20 settembre, partiti da casa sulle 9 di mattina, Romea, Mestre, autostrada per Belluno, Longarone, Valle di Zoldo, Passo Staulanza ed eccoci arrivati!

Ed eccolo lì, il Pelmo dei miei ricordi di bambina e poi ragazzina, fino ai 14/15 anni nelle estati a S. Vito di Cadore, è lui, inconfondibile, immutato.

Ma già, per me sono passati 50 anni, per lui sarà come se fossero passate poche ore, figurarsi ????

E dal momento che ci siamo fermati a mangiare sotto la sua ombra è stato una presenza costante e continua.

In albergo siamo arrivati poco dopo le 15, con Franco che scalpitava, magari anche stanco dopo aver guidato per un po’ di ore, in fondo anche lui mica è più un ragazzino ????

E infatti sì è fiondato sul letto e si è addormentato.

Io e Adriana ci siamo arrampicate su per il paese fino ad una chiesetta tutta di legno, la Madonna della Neve, dedicata alle 25 vittime di una frana che si è staccata dal monte lì vicino, Piz del Corvo, il 27 maggio 2017.

E qui d’inverno di neve ne deve venire un bel po’.

Questa è una zona che evidentemente vede il suo massimo col turismo invernale, con scuole di sci, seggiovie e skilift, adesso ovviamente chiusi, ma anche d’estate ci deve essere parecchio movimento.

Tutta la parte dietro l’albergo, fino alla chiesetta, è zona di residence, adesso sono vuoti ma probabilmente fino a un mesetto fa erano pieni di famiglie, bambini, vecchietti come noi che si accontentano delle passeggiate su per i facili e dolci sentieri di questa zona.

Come quella che abbiamo fatto, appunto, io e mia sorella.

Tornate in albergo abbiamo trovato Franco affamato come se non avesse mangiato i suoi 4 panini (a dire la verità il primo se l’è fatto fuori che eravamo ancora in Romea).
L’orario della cena in albergo iniziava alle 7, noi alle 7:05 eravamo in sala da pranzo.

Prima bella sorpresa di quest’hotel, i pasti.

Si inizia con un buffet dì tante, ma tante cose buone, a volontà.
Poi ci avevano fatto scegliere il menù nel momento del check-in, tutte cose buone e piatti belli pieni, stavamo scoppiando.

Solo un po’ di delusione perché non ci sono piatti tipici locali, noi identifichiamo queste zone con funghi, polenta e speck, con variazioni sul tema.

Ed è stato un po’ uno shock vedere nel menu le lasagne alla calabrese o le mezze maniche ai frutti di mare.
Tutto buonissimo, ci mancherebbe, ed abbondante, ma decisamente inaspettato.

Giusto per completare la parte relativa all’albergo beh, io di hotel a tre stelle ne ho visti ormai parecchi, ma come questo… non me ne intendo un granché di 4 stelle ma questo le meriterebbe tutte.

Dalla hall, all’accoglienza, alle stanze, al ristorante di cui parlavo, col capo sala (che assomiglia a Wolverine) che ti accoglie all’ingresso e ti accompagna al tavolo, ai camerieri impeccabili, veloci…

Massima pulizia ovunque, piccole cose come il frigo in camera, acceso anche se vuoto, per poterci mettere le proprie cose, il portacenere nel terrazzo, ovviamente WiFi incluso, uso della piscina con idromassaggio incluso, la sola nota un po’ negativa che posso dire è che fuori orario è impossibile avere un caffè.

E a me adesso ne andrebbe proprio uno.

Penso che adesso smetterò di scrivere e proverò a tornare a letto.

Sono le 5:02 e sono sveglia da circa le 2, come dicevo ho resistito fino alle 3 circa, poi mi sono vestita e sono scesa qui nella hall, sono uscita a fumare una sigaretta e (mi spiace, non lo sapevo) dovrò svegliare il portiere di notte per poter rientrare.

Beh, a dire la verità lui era lì in un angolino che dormicchiava, quando sono uscita si era spostato più avanti dove poteva vedermi, e probabilmente non voleva riaddormentarsi per potermi aprire al rientro.

Provo a tornare a dormire, devo ancora raccontare la giornata di ieri.

E oggi poi, si va a Cortina!!!

Buonanotte, o giorno, o quello che è.

I giorni in montagna 21 e 22 settembre 2022

Il primo, e unico giorno intero, il 21 settembre, non sapevamo bene cosa fare e come muoverci.

Mia sorella aveva un po’ di paranoie per la pressione alta (diciamo parecchie), non si deve fare troppa fatica, non si può andare troppo in alto, sempre col macchinino della pressione pronto.

A dire la verità è tutta l’estate che ha queste paranoie, un paio di volte mi sono anche innervosita con lei e le ho detto che non reagiva e si faceva prendere dalle sue paure.

Da questo punto di vista siamo molto diverse io e lei, io non accetto di farmi fermare da mali, potenziali o reali, io me li carico sulle spalle e vado avanti, facendo finta che non ci siano.

Lei si ferma, va in panico, non reagisce, non osa.

C sono stati 2 o 3 episodi in cui ha avuto picchi di pressione alta e la sua reazione quale è stata?
Mettersi a letto, misurando la pressione ogni dieci minuti, a rimuginarci su, a immaginare chissà che esito fatale.

Come diceva Franco, è fragile… ma soprattutto psicologicamente, e lui non l’aiuta di certo, è più paranoico di lei.
Se restavo lì un altro po’ sarei potuta scoppiare.

Comunque, chiusa parentesi, siamo in montagna, che si fa?

Vicino a dove avevamo l’albergo c’erano un paio di rifugi, uno con una passeggiata definita “strada sterrata in mezzo al bosco, agibile anche con passeggino”, il rifugio Città di Fiume, e all’inizio era lì che volevamo andare (cercando di non pensare al fatto che si arrivava parecchio in alto, 1917 m slm).

Ma quando siamo arrivati al parcheggio da cui partiva il sentiero faceva un freddo cane, all’ombra del Pelmo che incombeva sulle nostre teste, oltre al fatto, non secondario, che un paio di bellissimi cartelli dicevano: RIFUGIO CHIUSO.

Il secondo, beh è anche quello un rifugio, ma ci si arriva in macchina.

Il rifugio Aquileia, parecchio più basso (1583 m), con prati e passeggiate tutto intorno, evidente zona da sci di fondo d’inverno (con tanto di scuola sci), è quello dove alla fine ci siamo diretti.

E infatti, passeggiata su per il monte, in mezzo al bosco, seguendo un torrentello, poi seduti mezzora, poi pranzo al rifugio, dove finalmente abbiamo trovato quello che cercavamo:
Polenta, funghi, formaggio alla piastra e salsicce alla griglia!

Che cavolo, siamo in montagna oppure no?

Tornati in albergo nel pomeriggio, riposino, e poi un giro (in macchina) a Selva di Cadore e Colle Santa Lucia.
Pensando all’itinerario del giorno dopo, per tornare verso casa.

Ci sarebbe piaciuto fare un giro bello lungo, Fedaia, Canazei, val di Fassa e Val di Fiemme, andando poi verso Trento e giù verso casa.

Venivano fuori quasi 300 km, parecchi, e circa la metà di montagna, quella tosta.

Alla fine, abbiamo deciso di passare per Cortina e il Cadore, non poco lo stesso, col passo Giau nel mezzo, ma parecchia strada di meno.

Una nota sul passo Giau è doverosa.

Porca miseria io mica me lo ricordavo.
Mi sono innamorata di quel posto, sembra di stare in cima al mondo e il mondo sta ai tuoi piedi, come se tu stessi camminando sulla lama di un coltello.

E vedi due mondi diversi, uno da una parte e uno dall’altra, montagne diverse, valli… assolutamente spettacolare, da restare senza fiato.

Non ci sono foto che possano davvero rendere l’idea, anche se ci ho provato.

Ma come sempre quando tocchi il cielo con un dito poi devi tornare coi piedi per terra.
Per cui giù verso Cortina, poi san Vito, Borca, pranzo lungo il Boite, e giù giù verso casa.

Troppo poco tempo, quei 3 giorni sembrano essere stati solo nella mia immaginazione, non bastano 3 giorni (di cui 2 di viaggio).

Foto – settembre 22 prima parte

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