7/8/22
Ieri è stata una delle giornate più calde che io abbia mai sentito, ad un certo punto nel pomeriggio, finché lavoravo, il termometro del cell diceva 37, percepita 39
E io mi stavo letteralmente sciogliendo.
Sono giorni che sono entrati nella monotonia del quotidiano, ci si sveglia la mattina, il primo caffè da sola nella mia stanza, poi inizia la condivisione della giornata.
Cose normali per gente normale, cose comuni per gente comune.
Ma non lo sono, non ancora, non più.
Mi mancano i miei ritmi, i miei tempi, vero che li sto sostituendo con altri ma questo non significa che non mi manchino.
E che in un certo senso non vorrei tornarci.
Arriverà anche quel momento, è un mese che sono qui, ne mancano 2, e voleranno probabilmente, arriverà il momento in cui mi dispiacerà da morire andare via.
Ma mi manca casa mia, mi manca la mia stanza e, sembra impossibile, mi mancano perfino i rumori del mondo fuori dalla mia finestra.
E poi mi manca Lisbona.
Se poi penso che a Lisbona in questi giorni ci sono 10/15 gradi meno che qui… potrei incazzarmi 😀
Quello che però mi fa quasi incazzare davvero è che sono venuta qui per stare vicino a mio figlio e invece l’ho visto solo una volta finora, per poche ore.
Non so cosa mi aspettassi, pensavo di andare da lui almeno ogni settimana; invece, ci sono andata solo una volta, un travagliato viaggio fatto di treni e caldo.
Lui in questi giorni ha altro a cui pensare che alla sua mamma, sta ricomponendo il puzzle della sua vita, e devo lasciarlo in pace.
Anche la settimana prossima non andrò, Leone è al campo scout, sono a casa da soli mio figlio e Alice, è anche il compleanno di lei il 10/8, non è proprio il momento.
Magari la prossima… o quella dopo, chissà.
Nota sugli occhiali, sono andata a prenderli con Franco mercoledì mattina – 3 agosto – stupore: partiti alle 8:40, alle 11:30 eravamo a casa… mai messo così poco Massa-Padova e ritorno.
Ovviamente Vale lavorava per cui neanche visto.
Comunque, gli occhiali… insomma una fregatura da 870€.
Vanno abbastanza bene quelli “da lontano” ma con quelli si e no riesco a intravvedere se magari qualcuno mi manda un messaggio sul telefono.
Però da lontano ci vedo benissimo, almeno quello, posso perfino guidare.
Quelli “da vicino” si potrebbero chiamare “da lavoro” visto che posso fare solo quello, lavorare.
Tarati per una distanza di circa mezzo metro, vedo perfettamente i monitor, ingrandiscono anche un po’ le scritte, ma non posso leggere, assolutamente no, e neanche tenerli per andare in giro, neanche per casa (per farmi un caffè, per esempio).
Solo esclusivamente per il lavoro.
Per leggere suppliscono quelli vecchi (e 3) per cui sono passata da avere un unico paio di occhiali per tutto a farne girare 3, mi ritrovo a cambiarli in continuazione, senza mai sapere bene quali ho addosso, fino a quando non mi rendo conto di vedere male.
Ripeto, una fregatura da 870€
Adesso andrò avanti così il più possibile e quando non ce la farò più me ne farò degli altri, spero magari fra un paio d’anni, alla via così ☹
Dimenticavo, a proposito del quotidiano, il tapis roulant.
Ogni giorno (o quasi) mi faccio la mia “pedalata”, nonostante il caldo, a volte col fiatone, ma ormai faccio 800/1200 m al giorno, in una quindicina di minuti.
Tenuto conto che non camminavo mai è un bel progresso, questa è una cosa che DEVO mantenere quando sarò tornata a casa
16/8 URAGANO CHIARA
E anche Ferragosto è passato, adesso la veloce “scivolata” verso settembre, questo periodo di solito passa in un lampo.
E speriamo che sia davvero così, al lavoro siamo 4 gatti e da fare ce n’è per 400, non vorrei dire ma mi pare che ogni anno si arrivi in queste condizioni, quasi tutti in ferie, clienti compresi, e cose strane che arrivano e che noi, poveri rimasti, sappiamo sì e no gestire.
In questo periodo qui a casa la sola cosa degna di nota è stato l’Uragano Chiara.
Anche se potrebbe sembrare (è ovviamente voluto), non è un particolare fenomeno atmosferico ma proprio l’arrivo di mia cugina Chiara qui da noi per quattro giorni.
Quando è arrivata ha scaricato dalla macchina non meno di 3 borse della spesa in cui c’erano un po’ di schifezze – salatini, mirtilli secchi, latte d’avena – e una decina di tipi di birra, oltre a due bottiglie di vino (di quello da non meno di 50€ a bottiglia).
Ha raccontato di essere andata in un supermercato della sua zona, di aver chiesto ad un responsabile se avessero birre artigianali.
Quando il ragazzo le ha fatto vedere lo scaffale gli ha detto: bene, ne voglio una per tipo di quelle bionde.
Chiara è un fenomeno della natura, parla in continuazione, sempre, in qualunque momento.
E spesso straparla, ha le sue idee ben precise su tutto, dall’alimentazione sana all’abbigliamento, a dove e come andare in ferie, a dove e come gestire l’eccezionale e il quotidiano, non posso elencare tutto, ma posso dire “su tutto” e ancora manca qualcosa.
Vive nel passato, sempre a ricordare e rimembrare e rimpiangere qualcosa.
E noi (io e mia sorella) che abbiamo in comune con lei infanzia, adolescenza e tutto il resto della vita, ci ritroviamo ad analizzare al microscopio tutto quello che nella nostra vita abbiamo fatto, con o senza di lei.
Lei sa tutto, ricorda tutto, spiega (a modo suo) TUTTO.
Peccato che poi, andando al sodo, è solo quello che sa, il passato.
Per il presente è sola come un cane, anche se ha millecinquecento amici in giro per il mondo – e mi chiedo se anche loro, dopo una dose di Chiara, si ritrovano senza fiato come noi.
E il futuro… beh su quello la sola ovvietà è che invecchiamo, e saremo sempre più vecchie di lei, col calendario non si bara, e questo la consola parecchio.
E poi chissà, mi trasferisco negli USA, no, vado in Thailandia, compro una casa qui, di là o per di qua, e via così.
E, da non sottovalutare, i soldi.
Tutto per lei è imperniato sui soldi, quelli che ha, quelli che spende, quelli che ha perso col covid, quelli che vorrebbe, ma anche quelli che ho io o mia sorella o pinco pallo che passa per strada.
I soldi sono l’unità di misura, tutto il resto passa in secondo piano.
Quando se ne è andata eravamo tutti esausti, senza fiato e senza forze, come se ci fosse passato sopra un carro armato, chiedendoci cosa avessimo fatto per essere così stremati.
E ieri mattina, il giorno dopo, abbiamo tutti dormito fino alle 10:30/11, a quanto pare il nostro corpo doveva recuperare quei 4 giorni di stress continuo.
19/8
E questa settimana, nel mio weekend, sono finalmente andata da Valentino.
Come già ho scritto in un mese e mezzo che sono qui l’ho visto 2 volte e mi chiedo, così en passant, che cavolo ci sono venuta a fare qui se poi sono stata con lui sì e no poche ore.
Vabbè, mi dico poi anche che avevo bisogno di una full immersion famiglia-Italia-casa e che adesso l’ho avuta.
Ma per quello che mi riguarda ripartirei domani per tornare a casa mia, alla mia normale vita degli ultimi sei anni e mezzo.
Invece non sarà così, ovviamente, la consolazione è che ho ancora un mese di lavoro, giusto giusto, visto che il 19 settembre andrò in ferie, poi appunto i 20 gg di ferie che voleranno come di solito le ferie hanno la tendenza a fare.
Comunque, gli scorsi due giorni sono stati: treno + treno mercoledì mattina, a casa e poi gelato a Montegaldella con Leone al pomeriggio, cena dal cinese con Vale e Leo (costata uno sproposito), notte incastrata su quel materasso della poltrona-letto che permette solo una posizione, ma una volta trovato l’incastro si dorme bene.
Con la copertina e con il diluvio universale durante la notte, ebbene SI, finalmente piove, grazie Signore, era ora!!
Poi mattina con Leone a giocare e guardare i vecchi Carosello su YouTube, passeggiatina col cane, Alice che si è rifugiata in cucina a finire un suo lavoro che deve consegnare, pranzo con Vale e poi via in stazione ad Abano.
Treno (mezzora fermo a Rovigo per un guasto) + treno (mezzora di ritardo la partenza da Ferrara), ero esausta e ho chiesto a mia sorella se mi venivano a prendere, l’idea di un altro quarto d’ora a piedi fino a casa loro mi metteva angoscia, volevo solo arrivare e fermarmi.
E mia sorella, non molto sveglia ultimamente, mi dice, si si ti vengo a prendere, sono per strada, tu vieni avanti che ci incontriamo.
In fumo anche l’idea di un passaggio in macchina, mi resta oscuro il fatto che abbia capito male, se arrivo a dire “vieni a prendermi” direi che è evidente che non voglio fare la strada a piedi, sola oppure no.
Vabbè, alla fine, col male ai piedi, sono arrivata a casa, fine del weekend.
Vale… la situazione lì sembra tornata a qualche mese fa, uno stallo evidente, con molte cose lasciate a sé stesse, perlomeno al momento l’idea della separazione è per il momento accantonata.
Io mi sono resa conto del fatto che, che io sia qui oppure a Lisbona, non cambia niente, per loro perlomeno.
Per me è un toccare con mano, vedere dal vivo la realtà, ma una volta fatto questo non c’è altro, fine, torna a casa Lassie, qui non c’è altro da fare per te.
E oggi si ricomincia, è venerdì, per me lunedì, altra settimana piena, stavolta da sola visto che Azra, che lavora con me la sera, è in ferie.
Ohh si, sarà una bella settimana, oggi sicuramente sarà una giornata da martellate sui coglioni!!
Ma tant’è, è il mio lavoro.
Ah dimenticavo, storm here, ne è venuta a secchiate di acqua, sta recuperando 6 mesi di siccità tutti insieme, e fa fresco, sembra quasi impossibile ripensando ai 39° di 2 settimane fa.
The fall is coming!