Nessuna foto può raccontare davvero.
Il mare nel nostro immaginario collettivo di turisti estivi è fatto di sole, ombrelloni, bambini, gelati, confusione, caldo.
Lo stesso mare, 6 mesi dopo, è un mondo diverso.
Camminare sulla sabbia bagnata, sotto la pioggia, col vento che scompiglia i capelli, le onde piene di schiuma e la loro musica che riempie il silenzio.
La solitudine è un’amica, ti scalda, ti fa volare e volano i tuoi pensieri.
Volano come non possono mai fare, imbrigliati nel quotidiano, come se le pareti di cui ci circondiamo avessero il malefico potere di fermarli.
Ieri, in una specie di fuga, non prevista né programmata, la macchina mi ha portato lì, davanti a quel mare.
E i pensieri hanno preso il vento, come vele spiegate, come aquiloni impazziti della semplice gioia di prendere le correnti e alzarsi a toccare le nuvole.
Sono andati a sfiorare mille vite, la mia e quella di chi mi è stato vicino, di chi mi ha dato e di chi mi ha preso.
Di chi c’era e di chi non c’è più.
E la mia vita mi è sembrata lunghissima, piena, ricca, mi sono sentita forte, grande come non mai, felice.
E la mia vita mi è sembrata un attimo.
E mi sono sentita piccola, un granello di quella sabbia, una foglia nel vento.
E malinconica e triste, di quella tristezza che ferisce e dilania e fa sanguinare.
E sola.. e vuota.
..
Ma la realtà del vento è un attimo.
E un passo dopo l’altro torni a sentire la terra sotto i piedi e pieghi le spalle un po’ di più.
E vai avanti, perchè non puoi fare altro.